venerdì 7 dicembre 2018

Fatemi parlare con il direttore.

Fatemi parlare con il direttore il capo il proprietario il responsabile.
Voglio dirgli che è stato ingiusto, crudele,
e mi ha mentito. Il suo mondo sleale tortura vittime innocenti con assoluta incuria.
Voglio dirgli che un giorno mi lascerà un fiore, forse, a onorarmi, e Caro Direttore Capo Proprietario Responsabile, ricordati

solo, che siano rose.

in memoria

giovedì 4 ottobre 2018

Ci sono i muscoli, poi le giunture.
Poi la speranza, e il combattere e
quell'orrendo senso di
posto sbagliato, momento inopportuno.
E poi ci sei tu, che non conosco, e
mi spaventi.
Mi spaventa il tuo non scorrere, mi spaventa il tuo cambiare idea, e
mi spaventa il tuo volermi diversa.
Quando diventi mostro.
Quando non conosci il limite.
Quando dimentichi, con crudeltà,
il mio valore.
Il tempo ti lascia spettro, invecchiato
nel tuo pensarti degno
della mia attenzione.
Errore.





martedì 18 settembre 2018

C'era una triste volta un troppo poetico 
che morì di troppo amore 
perché troppo bello.

E tutti morimmo così
sconvolti immobili,
la bocca socchiusa dallo sconcerto,
perfette statuine dipinte nell'attimo
in cui ci avete rubato la poesia: il nostro
più prezioso, fidato, giocattolo.

martedì 17 luglio 2018

Estate.
Nel nulla di un mese appiccicoso,
nessuna speranza: impossibile capire.
Ho conosciuto un pirata, bugiardo e
affascinante, dagli occhi grandi.
Mi ha raccontato storie di paura
e poi è scappato, nel buio di una notte
tra palazzi antichi e giardini.
Il pirata mi ha portato un regalo:
la motivazione.
Un regalo bellissimo, che ha sconfitto qualche ora di insonnia lottando duramente, e che mi ha risvegliata adatta
a un difficile comporre.
Un regalo bellissimo, già.
Ma allo stesso tempo mi ha rubato
qualcosa, e non so cosa.
Non so dare un nome a una sensazione
così triste, di questo eterno
frammentarsi, di questi strappi
predati, di questo continuo ambire
a parti di me, il mio poetico il mio teatrale le mie parole, sentirsi solo così,
sempre più vuota.
Fa troppo caldo per cercare ragioni
a comportamenti che di umano
non hanno nulla.
Un sogno bellissimo come conforto.



domenica 17 giugno 2018

Vorrei essere realistica.
O minimale.
Due parole che si addicono solo
a quello che ormai sembra assomigliare
a una divisa.

Non ti ho lasciato perché ho smesso
di amarti.
Ti ho lasciato perché sei stato sedotto da una domenica pomeriggio.
Non ti ho nemmeno dato un pugno sai
pioveva e nevicava troppo.



martedì 5 giugno 2018

Troppo poetico
Troppo difficile
Troppo artistico
Troppo triste e
Troppo

alta.

mercoledì 2 maggio 2018

I tuoi consigli erano proprio adatti
ma temo di aver esagerato nell'estremo
opposto, al solito.
Mai una corretta misura.

Non dormo la notte,
e nella luce ciondolo, spettro, senza più abituarmi a questo giorno, io
che il buio lo temo come quell'attimo prima di coricarmi nella coperta, attimo in cui non esiste più nulla perché tutto è finito,
è  ora di dormire.
Dormire, già.
Non resta altro.
La speranza di sognare, e anche questo
non accade.
Litigi corse fughe attacchi sangue:
un mondo surreale che mi deteriora.

La deriva.
Le belle speranze perdute, cadute forse
dal piccolo cestino di pagine e pagine,

Non mi capirai, temo.
Parte di me si è consumata nello spreco,

terribile mondo che non restituisce magia.

domenica 15 aprile 2018

A me piacciono, le storie sbiadite.
Sono custodi di sfumature, di
qualcosa che si è allontanato, perso,
rimasto nel passato.
Surreale un po', d'accordo.
Probabilmente al limite
di qualsiasi comprensione, certo.
Ma il mio colore è l'ombra.
E non vorrei fosse diverso.
Quel poetico suona sempre come
la mia preferita melodia, e anche

Fantasmi, sì, bello.
Così facile, alla fine, capirmi.
Grazie.
Era tutto così giusto
che non ho avuto nessun rimprovero e
sarebbe bello, fosse sempre così.
Vorrei provare a spiegarti che
se ne venissi a capo, se decidessi per caso
o per forza, di colorare la scena, temo
sparirebbe ed è qui, nel tormento
di non consentire pace, che ritorna,
nella dissolvenza si muove molto cauta e
solo in questa sua traccia, vive.
Vedi, non è che manca di intensità, solo
le piace nascondersi, a volte.

martedì 27 febbraio 2018

Per tutta la mia carriera scolastica e simile
ho avuto alcuni insegnanti che mi hanno sezionata, cercando di cavarmi fuori qualcosa.
Io, che ho sempre avuto un po' di artistico, seppur sotto strana forma, dalla mia parte,
cercavo di aiutarli, stando buona sul lettino da tortura fidandomi del loro intuito.
Non mi sono mai sbagliata, non si sono mai sbagliati.
A furia di aprire scavare grattare, ecco che è uscito tutto.
Tutta la mia creatività.
A voi, io dico grazie.
Perché è così che sono la persona che sono, un po' duraepura, un po' fuori dal mondo.
Voi avete trovato tantissime cose, dentro me, e ne valeva la pena, quella tortura.
Ma ora, senza voi, ora che sono grande io
mi chiedo solo se avrò ancora

Qualcosa da dire.

E anche se so, che la risposta e sì,
con quel poco di cuore che mi avete lasciato, ecco ora mi mancate.
Perché anche se con orrore, voi mi avete capita.

Il tempo mi è nemico io adesso vorrei
da te, qualcosa di più.
Vorrei che ti soffermassi su di me, qualunque siano i miei errori,

in questo solo e esatto momento priva
di qualunque biasimo.

venerdì 9 febbraio 2018

Io ti vorrei vedere eroe.
Invece sei solo un umano vigliacco.
E dei tuoi infiniti Atti Mancati
sappi che sono chiarissimi, e che
nemmeno la psicologia, ne tollera un abuso così eccessivo.

martedì 6 febbraio 2018

La fatica.
Quella di essere invisibile, o peggio
quella che non riesce a sembrare invisibile.
Comportamenti strani e scorretti
custoditi come doni, mi urtano senza
motivo, colpa, e fanno male.

La stanchezza.
Di un eterno impasse da cui non posso
nemmeno scappare.

Vantarsi di critiche atroci, di abbandonare,
di non fare nulla, e poi nemmeno rispondere

Dovrebbe essere vietato.
Non mi manchi più.
Non hai mostrato rimorso, nemmeno
pietà e certo non tatto,

Cosa ti fa dormire la notte?


martedì 23 gennaio 2018

Ho fatto un sogno in cui c'eri tu, che eri proprio tu, e tu
mi rivelavi i motivi della tua fuga.
Insomma quasi, ero io a parlare, io
nelle mie ipotesi assurde tu
solo annuivi e dicevi
si.
Quel si così costoso, cavato raschiando
a mani nude nella tua sciocca gola.
Pazzesco.
Mi arrabbiavo anche in sogno,
mi annoiavi, senza sorpresa, senza

Motivazione.
Ma colpo di scena: perché questa mattina mi sono svegliata e non c'eri più?
Le tue cose alcune, sono ancora qui, ma
la tua traccia, la tua presenza, tu
non esisti.
Non esisti più.
Forse era un altro sogno da lasciar andare.
Ma a chi non ha risposte io posso fornirle
perché, disgrazia, sono sempre le solite.
Tutte cosi uguali, senza tatto, realtà, come

Se davvero l'amore potesse finire
in un normale risveglio.
Impossibile.
Credo che tu abbia paura.
Che tu stia scappando.
Che tu tema il confronto.
E nella ovvia sconsolata delusione eccolo,
il tuo errore: tacere.
Un danno che non mi sento più di perdonare.
Tacere equivale a scappare a mentire a
fare di te
un vigliacco, genere che mi impegno
a evitare.

Se questo siamo stati noi, non  c'è cura.
L'essere umano non è fatto poi così bene e i valori, non li conosci.
Ogni passo verso me sarà accettato,
ma fino ad allora

Per me sei come un fuggiasco traditore
che non ha coraggio.
E un uomo senza coraggio
non merita il privilegio

Della mia amicizia.

giovedì 11 gennaio 2018

Si, già, è vero che sono tutta gatti e conigli.
E rosa.
Ma ci sono persone che mi rendono così
cattiva, cattivissima.

Si dice che il vero talento di chi insegna sia
quello di tirare fuori l'essenza che i più timidi non riescono a esprimere.
Ci riescono anche, alle volte.
Ci sono riusciti anche con me.
Ma la delusione si nutre di un cuore che
continua a sanguinare
per parole non lette
attenzioni non ricevute, eterno
Atto Mancato.

Mi sarebbe piaciuto che tu avessi capito qualcosa di me, ma sei distratto, o forse
non sono nelle tue corde.
E pensare che potevi solo leggere due righe,

Basta! Guardarmi come un animale braccato, se non riesco non riesco, ma
qui, in questo luogo scuro come il terrore, toccherebbe a te.
E tu, non mi allunghi mai la mano.

Tutte le parole che non dirò mai
Saranno sempre qui.

mercoledì 20 dicembre 2017

Delusione e, uffa.
Non ho dimenticato tutto, ricordo
ogni metodo di lavoro, anche il più assurdo,
panico sempre, e sempre una soluzione.
Sempre un rovistare nella mia mente,
nei miei lavori, e in tutto quello
che mi ha formata.

Perdo valore, lo so, tacendo.
Ma il momento non è mai per me, e
non riesco ad arrivarci,
a parlare
più forte, a farmi sentire.
Ci provo solo con parole che

Andrebbero lette.
Io così abituata a questo, non riesco più
a tramutarlo in voce.
Le parole sono il mio rifugio.
Penso faccio seguo ascolto ma

quando arriva il momento io

In un batticuore da liceale,
riesco sempre a farle fuggire.
E mi dispiace, perché nevrosi a parte, potrei anche essere brava.
Più lettura, meno confusione, forse.

giovedì 16 novembre 2017

Scrivere fa male.
Perché qualsiasi sforzo
tu possa riuscire a permetterti c'è sempre

una parte che devi nascondere.

Raggiungere obiettivi, e proclamarsi fiera di avere fatto tutto giusto ha solo questo
sapore amaro.
La solitudine.
Non sempre esiste qualcosa
che ti attacchi alla vita, capita forse
che non lo si riesca a trovare, eppure
avevo fatto tutto giusto.

Mi muovo indifferente e lacerata,
con questa anima logora che pretende
troppo, o nulla, in un eterno dualismo
senza pietà.

Un cuore accartocciato di nodi e crepe,
quell'ultima carezza, ambiziosa,

Una misericordia che ricorda
Ogni suo dono.

martedì 10 ottobre 2017

Si accendono le buie luci nel condominio

e io
controllo tutte le sere la cassetta della posta
con la speranza di trovare

una letterina d'amore

Magari da parte
dello Scoiattolo, e della Formica.

mercoledì 27 settembre 2017



La delusione di un nodo alla gola,

il vero dramma, è l'incomprensione.
Le sole risposte ricevute sono così infelici
da demoralizzare un fantasma.
Cosa vuole il mondo?
Non vuole idee, non vuole creatività, e
nel caso, comunque, non vanno bene nemmeno le cose semplici.
Ogni editoriale che leggo ha lo sconforto
di un piatto di lacrime.

Tutto è merce, giusto, ma manca un po'
di quella magia che vendeva desideri,
quando ci si inventava, ci si costruiva
quando si provava a cambiare quando

Tu eri mio amico.
Ma amico di compromessi, o meglio,
di ricatti, e per anni ti ho guardato
sporcarti le mani vantandotene.
Sono felice tu sia felice.
Ma hai pagato troppo questa tua felicità,
non avevi talento, avevi fortuna.

Tutti gli altri, a casa a sognare.

lunedì 11 settembre 2017

Dove è andato il dolce mese di agosto?
In ninnananna, forse, in baci coccole
e bellissime cose incredibili a noi
adulti concesse
grazie all'amore più puro, quello
dei bambini.
Vorrei regalare loro parole in cambio
di ogni corsa verso me, ogni sorrisino,
ogni adorato affetto donatomi.
Quel voler bene più ingenuo, forte, di pace.
Vi amo senza ritegno, vi amo

Così forte che mi trema il cuore.
Bimba dai lunghi capelli oro,
mia deliziosa confidente di
sogni e profumi, e
bimba piccina, occhi sgranati e versetti
poetici,
siete il mio amore, bolla di sangue
a forma di emozione, sempre.

Alle mie piccole micine, poi,
fedeli consolatrici di ogni sofferenza ecco

Mi occupate tutto il cuore tutto tutto, tutto.

Grazie, a chi mi ha reso partecipe
di questo sentimento
così perfetto.
Buonanotte bimbe mie tutte.

domenica 23 luglio 2017

Bianco, nero, rosso.
Io e te abbiamo creato questa linea guida per progetti bellissimi, infiniti.
Ci separavano solo le sfumature, tu
un rosso sempre sangue, vivo, io
un rosso sempre scuro, antico.
Il mio nero era più nero, il mio bianco appena più caldo.
Eravamo noi.

Ti capisco quando parli di te,
del tuo amore adorato per queste
piccole creature donate da una sorte
molto fortunata.

Ti capisco anche se sei dall'altra parte del mondo.
Sento ogni umore ogni
pensiero parola e sento soprattutto
ogni abbraccio ogni goccia
di tutta questa purezza.

Ti conosco da sempre.
E mi manchi.
Ricordo tutto di te, la tua timidezza
di gesti, e quelle discese ripide che ci hanno costruite.

Non è il dimenticare, ma
il non avere più,
quei banchi, quei colori,

Noi.
Mi somigli ancora.

D'accordo, non scriverò per te perché
non hai più fiducia.
C'è stato un secondo in cui
mi hai persa, in un bus
che mi ha condotta lontano.

Non scriverò per te perché non capisci
che scrivere bene significa potere
scrivere tutto.

Avevi orecchini bellissimi, e il buio
era la nostra casa.
Parte di un cuore.

martedì 4 luglio 2017

Questa casa è
come quel libro scritto e
pieno di segni rossi, io

Come quel libro di eterni ritocchi che
non ti soddisfa mai
ogni parola ti costringe a
migliorarlo, rigirarlo, ecco
nella bellezza non c'è mai fine, e
davvero è bello, e crudele, insistere.

E questa casa, avrà mai una sua pace,
La vedo già sciuparsi come

Come se ogni mia cura, ogni mia devozione
Non fosse mai, abbastanza.
Si dice che si vorrebbe sempre
un abbellimento ma

La verità è che non sono mai soddisfatta.
Lasciare in sospeso, non rileggere, non aprire scatole, tutto solo
un prendere tempo.
Quale tempo?
Alla costante ricerca di una nota
Simile al capolavoro.

lunedì 26 giugno 2017

Chiudi la porta ma
non spegnere la luce.
Una crepa uno spiraglio
potrebbero essere il tuo conforto,

E ricordi come ferite
splendide, forse addio forse

Solo di parole,
non tornare

Senza una piccola rosa.

lunedì 29 maggio 2017

Io insonnia, tu
dormi tranquillo.

Mi piacerebbe sapere se sogni.
Mi piacerebbe sapere se ricordi le prime parole di un libro.

Ma tu dici: troppo.
Troppo per questo,
fuori da quello, e niente
di là, nemmeno a guardarci attenta, a
metterci la mano io

ero sicura di trovare qualcosa.
Lo so, che non mi capisci ma
se non mi ascolti, non mi senti.
Peggio, senti solo quello che ti spaventa.
Della favola tu immagini solo il lupo e mai,
la danza.

Torna a dormire tranquillo, hai ragione,
tutto questo è troppo
difficile per te.
La paura nascosta, dannosa
come un veleno segreto.

martedì 4 aprile 2017

Mi sono accorta di te come di questo
primo sole, in un collo dolorante,
sembravi piccolo, sembravi
in felpa, al liceo.
Non mi sveglierai da questo incubo e
non mi lascerai dormire questo bel sogno.

sabato 4 febbraio 2017

Una lampadina si accende da sola,
adesso. Piccola.

Sento il tuo respiro dalla poltrona,
lo sento rendermi serena, dormi così
dolce,
come se sognassi solo meraviglia.
E qualche istante ti muove appena in
minuscoli versetti ma tu
sembri ancora sorridere, ricordati

dell'estate.

domenica 8 gennaio 2017


non vuoi davvero, sapere
come sto. Non è un segreto, ma noi facciamo finta, così,

dietro l'amore, quella nebbia chiara e
voci cattive, frammenti di vetro,
dietro tutto questo sai
c'è la città.

L'amore per noi è perdersi, disturbare,
l'amore per noi sono urla, e sempre
ferire, ferirsi,
un continuo sanguinare che ti invita, ma
tu sei attratto solo dal male,

dietro questo amore, o forse chissà
per addolcire, questo amore
questo amore sporco, cattivo, dietro intorno insomma c'è

una bellissima città.
Una città che non si sa mostrare, come me.
Una città che si nasconde, per paura, per sconforto.
Come me.
Io l'avevo dimenticata, l'avevo abbandonata,
lei mi aveva deluso, tu, mi avevi deluso.
Sanguinavo su quel grigio di un asfalto consumato,
sola, e tu hai voltato le spalle, sempre.

Oggi nel parco sono sbocciati ricordi,
e poi le anatre i colori e quel castello, freddo e
palazzi, i miei palazzi, la mia storia, era qui, mi aspettava
in un perdono di una giornata di sole,
e in ogni ricordo, c'eravamo noi.
Quando ti penso è come se mi bucassero il cuore come
se sentissi improsvvisamente un buco nel cuore e
da quel buco, tutto, tutto, esce
fuori, scivola cade si rompe si vanifica.

Tu non capisci nessuna mia parola e non
il senso, di tutto questo scrivere, ma vedi non so, nemmeno
un giro di giostra, potresti capire, perchè
di queste cose, le parole i colori le luci e la bellezza solo
di piroettare, tu non ne hai l'anima.
Non mi importa del tuo successo, non
esiste cuore, nervo muscolo non esiste
cartilagine e nemmeno
una musica, un' ombra, un albero di fine estate.
Esisti solo in un completo nero che ti tiene in piedi,
manichino, servitore di plastica, straccio.


lunedì 5 dicembre 2016

Buonasera anime mie,

Vorrei dirvi tante cose ma
fa freddo, io sono indignata e
non me ne dispiace, so,
che non devo reagire così.
Vorrei pregare chi
vanta torti disgustosi come amaro, che
le persone cercano, e vanno cercate.

Ma ascolto ancora menzogne.
Finché mentite, addossando ad altri
le colpe delle vostre mancanze, nessun
amore, meriterete.
Basta, per favore, traumi e consigli,
io non accetto più le vostre responsabilità
sfogate su di me.
E il mio essere aggressiva per voi è una scusa,
una via di uscita facile, ma

vedi, io non ti ho invitato ad accomodarti.
Sei libero di fare ciò che vuoi solo
regalati almeno sincerità con te stesso e
questo perché potrebbe renderti migliore.

Addio belle parole, non ti troverò
mai più ma sai?
Mi hai fatto un grande favore:
il privilegio di essere libera da
tutta la tua triste cattiveria.
Io perdono chiedo scusa faccio
il primo il secondo e anche il terzo passo,
una cortesia, però,

prova dispiacere, per i tuoi errori.
Almeno sarai vivo.



domenica 6 novembre 2016

Ciao, ti stavo forse
aspettando,
accomodati, qui
in questo cortile che assomiglia quasi
a un mare di nebbia e bianco, bello.
Ascoltami, silenzioso spettatore,
un piccolo tavolo, e un solo un bicchiere alto
per una rosa fredda, ascoltami.

Dieci anni fa, stavi dicendo?
Mi ricordo, eri bellissima,
avevi capelli lunghi, gambe sottili, e uno stile
così irriverente e invece
sembravi così timida.
Eri nel momento giusto, al posto giusto,
in una girandola di fine d'epoca tu
l'hai accolta cullandola, amandola
in ogni sua forma, disperata, dolce, cattiva tu
avevi un cuore adatto a ogni emozione,
e ti nutrivi così, divertita, viva,

sono sicura di quanto amore tu abbia ricevuto,
e di quanto tu ne abbia, sorridendo,
regalato, donato come mazzetti di fiori
in primavera, appena profumati, eri
così combattiva.

Poi hai cominciato a fare qualcosa
che ti piaceva, e hai visto le tue creature
su carta, finalmente tue, finalmente
qualcosa di te, finalmente
qualcuno che poteva capirti,
apprezzarti, e tutto poteva quasi
diventare vero se

!bum!

Caro spettatore
intorno a questo tavolino, il solo fiore freddo e tutto, finito.
Ha fatto un gran rumore, ma credo che pochi
lo abbiano davvero udito.

Finito.
Fa freddo, e nulla consola, però
vorrei che per un momento
pensassi a quello che è stato, a quel glorioso,
e vorrei vederti sorridere, vorrei dirti
che siamo stati bravi,
che ogni immagine che ho di te
è bellissima, e priva da ogni sporco,
noi due, le tue espressioni,
le mie carezze svogliate.
Ho imparato ad amarti troppo tardi.

Resta ancora un attimo qui seduto,
scaldami le mani e poi, addio, senza
odio, senza soffrire, con
quella gola straziata
che forse non conosci,
resta ancora un attimo
Caro spettatore,

guarda, stanno spegnendo le luci, e
nemmeno il fiore, è rimasto.




martedì 25 ottobre 2016

Si mescolano le stagioni,

Ma io ti guardo, e non mi piaci.
Non mi piaci nel tuo rinnovarti non mi piaci
nel tuo rumore, in questo fastidio di occhi
da svenimento.

Vorrei salutarti e dirti
che eri bellissima ma
ti sei venduta, e hai perso ogni valore.
Le imprese eroiche non denotano coraggio,
devi parlare reagire affrontare.
E tu non lo hai fatto.
Dominata ormai da un mistero criminale
eccoti, addio.
C'è vento, ma non ti accarezza,
e desolata resto in una quasi nebbia,
non abbiamo altre possibilità,
non mi puoi chiedere il permesso.

Ti auguro di affidarti
a quello che rimane del tuo cuore di
farlo agitare emozionare battere
come accadeva in uno scantinato buio,
tanto tempo fa.
Ti auguro di scegliere sempre
un ventricolo, oppure solo
una semplice vena.

Io, provo a salvarti
in un divano barocco.

lunedì 19 settembre 2016


Quella fine di qualche foglia, si sente nell'aria, è buio così presto.

L'estate non nasconde nulla.

Ho paura, delle altre stagioni, così vulnerabili, sensibili.
Così impulsive, non sai mai
cosa aspettarti.
Non so cosa
si portano in valigia
ogni volta che tornano.

Ti ho scritto qualche parola, ma era una musica
nostalgica come questo tempo, sei lontano, e mi manchi.
Non ho ancora deciso se capisci o se lasci stare, se non ti importa, se, non so.

Sto cominciando a dimenticare.
Succede con qualche dettaglio, e poi
interi giorni, momenti storie vestiti.

Sto cominciando a dimenticare.
Anche io, forse, non capisco, lascio stare, non ho importanza, non so.
Cosa devo aggiungere evitare marcare, tu
mi vedi come quel mostro
che di te nutre gioioso quella orrenda maleducata cattiveria
di cui sei in tanta parte fatto.
Quella che vuoi ignorare, in tutti quei sorrisini
ini ini
fintini
ini ini.

Preferisco le parole alle persone, i sogni alla realtà,
e queste pareti rosa
a ogni sconfinato cielo.
Non farmene una colpa, tu
mi vorresti proprio così, preziosa rinchiusa zitta e
da osservare, forse, ma solo se così immobile
da non poterti ferire.

La dimenticanza, tutto qui.

lunedì 5 settembre 2016

Ti chiamo la notte,
non ricordo di avere un cuore.
Se non battesse così rumoroso, così
pesante, non saprei nulla.
Mi sembra triste mi sembra
stia facendo tutto questo chiasso
solo per avere attenzione.
Ti chiamo la notte,
questo incessante pulsare, ritmico e
stanco.
Qualche volta lo immagino, immagino
il suo muoversi perfetto ma io
non lo conosco.
Ti chiamo la notte
per calmarlo, o per sapere davvero se esiste.

Queste parole me le hai scritte tu,
in un dicembre di sorrisi e neve.

Non ho luogo.Non ho scena.
Non ho nemmeno un cartonato come sfondo.

venerdì 12 agosto 2016

Bello saperti
in così tante parti del mondo.

Ma insomma si sa tutti
vanno nello stesso posto,
come fate, seguite una tendenza?
E se vi incontraste?
Agghiacciante.
Non mi deludi più, so che sei così, banale, e da banale

quale straordinaria emozione potrebbe mai illuminarti anche
cercandola in un altro mondo?
Non la vedresti. Resteresti con la faccia
lucida del tuo essere prevedibile.

Belle le sere di agosto tu
vattene vattene

vattene nel tuo fastidio
"del non vivere non non e non"
che conosco e che
mi disturba, in questo tiepido silenzio,
vattene, lo spettacolo è terminato.
I segreti troveranno le loro culle,

e si, è chiaro, si paga per ogni errore,
che domande fai?
Ma tu, banale e fortuna, sarai invecchiato,
non varrai più nulla come proprio già
non vale

ogni tua tristemente consunta bugia.
Chiudi i tuoi debiti.
Sii felice. Forse.




mercoledì 27 luglio 2016

Facile come un giorno d'estate.

Quando è successo, che vi siete dimenticati
di me, nonostante ogni mia attenzione ogni
mia premura, voi

vi siete dimenticati di me, quando?
Poca importa il valore di cui tanto
mi avete forgiata, ora mi apparite
solo, tristemente, persone
che non mi apprezzano più.

Facile come un giorno d'estate quando
c'è luce, così, fino a tardi.

Ma adesso quel vento mi fa paura.
Ti racconterò una lettera, un giorno, perché
questa pesante anima randagia
si lega solo ai ricordi.

Mi dici di sorridere mi dici
che sono cupa ma
davvero non vedi questa orrenda oscurità
con la quale mi avvolgi senza mai
tatto
scrupolo
tenerezza?




domenica 19 giugno 2016

Combatti i tuoi demoni,
quelli che ti sorridono dolci quelli che tu

insisti a non riconoscere.
Certo, se fossi stata abbastanza
stupida, forse ora potrei almeno

dormire.
Beviti un bourbon alla mia salute e

Pensaci, a cosa hai perso.

mercoledì 8 giugno 2016



Non c'è più niente, da fare.
Partire. Dormire. Dimenticare.
Litigi assurdi si animano di colpe e cattiverie
in mio unico onore, e il rinfacciare, l'arte terrificante del rinfacciare. Che stile.

Non mi sta bene chi nel torto aggredisce,
è un meccanismo, ma non una scusa.
Il mondo continua a proseguire in un senso
che non mi piace, tu non mi stai ascoltando,
non mi adeguo, senza comprendere sempre
fuori luogo, sempre fuori da ogni luogo, anima arrabbiata con voglia di mordere. Lo so.

Ma se il tuo cuore battesse potresti
vedermi davvero.

Mi sono sbucciata un ginocchio, il sangue racconta piccole immagini sulla mia pelle, e
certo, che fa male, ma
non odio questa contusione, e non la dimentico, quando smetterà di ferirmi
diventerà rosa, liscia. Non griderà più.
E sarà stata una storia, di una forma fantasiosa.
Partire. Dormire. Dimenticare. Perdonare.



domenica 5 giugno 2016

Ho riletto le tue scuse: ventisette righe.
Ventisette righe di assurdità per nascondere solo qualche parola, che mi sembra di vedere rossa, sottolineata, così chiara tra le ventisette righe di protezione.
Certo che lodo amo e sento la nostalgia
del passato.
Ma adesso, non posso più tornare indietro.

lunedì 16 maggio 2016

ritorna,


per cosa poi, mi manchi?

Mi conosci.
Sai che vorrei scappare.
Mi conosci e conoscendomi sai
che non so, dove voglio scappare,

le stagioni si mutano l'una nell'altra e
ancora in primavera, ti scrivo.
Sei cambiato.

Amo il ricordo che ami di me perchè è lo stesso che amo io, di me.
Amo ogni aggettivo che ti piace scrivere, così
perfetto, così me.

Mi domando se sia davvero tu l'unica persona a conoscermi davvero, e
ho paura a rispondermi, ho paura a leggermi nelle tue righe così
me, me con tutto dentro, tutto il mio odio e i miei capricci e insieme, la mia tenerezza e
questa innocenza splendida, ecco ammetti
che amavi questo curioso gomitolo di sentimenti.
Mi amavo anche io, insieme a te.

Cosa è successo?
Hai trovato la tua strada io
sono sempre stata per te eccessiva, allora, e adesso
sei tu, si sei tu, ma solo fatto di teneri ricordi e purissime immagini e

e vorrei mi ricordassi sempre così.
Come in ogni strada, in ogni sguardo, in ogni bacio.
Come sono davvero come mi vedevi
tutta, intera, nella mia testa e nel mio corpo,
amorevole,

si, avevi un lato crudele, spietato,
e lo odiavo, mi spaventavi.
Mi allontanavo per questo.

Ma oggi ieri forse
non so quando, un giorno
questa tua parte cattiva si è addormentata.
Me lo hai dimostrato.

Hai magari cantato quella bella ninnananna ai tuoi antichi demoni?

Ci penso, penso
una cosa orrenda: era quella parte, quella parte disgustosa
la parte che mi amava.
Perchè era quella che pulsava, che combatteva.

Adesso sei bellissimo, ma senza azione.
Temo che tu possa
non fare mai nulla,

temo tu mi possa incorniciare con tanto cuore, noi
non saremo mai pronti.
E se esistesse il momento, il momento per noi,
i tuoi occhi chiari sarebbero la sola cosa
che guarderei avida,

certo, vorrei tu fossi qui,
ecco in cosa mi manchi.


mercoledì 23 marzo 2016


Non esiste una parola che esprima il dolore.
Non c'è nemmeno una magia
che possa farti comprendere il mio mondo.

Mi manchi come in una strada di Londra.
Come in una strada in cui esiste qualcosa
di vero, spengono le luci,
oggi ti ho visto.
Avevi addosso quel tuo grazioso arancione
e non ho avuto dubbi, eri tu.

Mi fanno molte domande su queste pagine.
Incomprensione a cui non voglio
regalare spiegazioni.
Manca molta poesia, in molte vite,
e me ne dispiace. Per voi.

Resta così, come ti ricordo
calmo, debole e niente, assolutamente
niente: nessuna acqua nei tuoi occhi.
Per cosa varrebbe la pena allora?

giovedì 11 febbraio 2016

Cambiare idea, si dice. Che atrocità.

Il mio male è oscuro
come un disgraziato sortilegio dove
il tradimento arriva cattivo perfetto uguale
a quell'incubo che mostra solo morte.

Oggi, non ho più un cuore.

Non ho nulla. Un buco un vuoto un odio un disprezzo, e
tutto mi passa addosso contro oltre e
mi ferisce. Mi infetta.
Oggi, non ho più un cuore.