mercoledì 11 giugno 2025

C'è questa foto, di te con F., scattata sotto casa tua. Riconosco il palazzo d'epoca, che -non è casa mia ma di mia nonna- dicevi, e riconosco anche il tram che fugge dietro voi.  
Lo so, che non è colpa tua, che le cose vanno così, che era un mondo diverso. Ma era un mondo bellissimo. No, non sei mai stato ingenuo, dolce: sei sempre stato un mostro. Solo che in quel momento non potevi permetterti di mostrarti, non ancora. Poi ti hanno dato potere, e quanto avresti potuto fare cose buone. Invece il mostro è diventato invincibile e le cose buone non le hai fatte, anzi, cosa ti hanno chiesto in cambio? Il tuo viso non nasconde un patto ormai scaduto. Mi dispiace. Io di te ricordo ogni dettaglio: la tua voce e la pronuncia, come ti cadevano addosso i vestiti sulla tua magrezza, le tue dita sottili, il tuo inseparabile orologio. Ma soprattutto penso a te quando ho un problema con le tapparelle: ne avevi una bloccata, quella della tua camera, e chissà perché non la facevi sistemare. Adesso, che ovunque vada ne incastro o ne rompo una, mi fai sorridere: tu la bloccavi alzata usando dei libri. Deve essere una della tue tante maledizioni di cui non mi libererò mai. Ma in verità, chi mai vorrebbe essere libera dal tuo ricordo?

giovedì 10 aprile 2025

Quale sensazione ti rappresenta, in una parola?

Era notte: mi hai consigliato un luogo dove scappare, e mi hai assicurato che lì non mi avrebbe trovato nessuno. 
E poi  mi hai chiesto questa cosa della parola e della sensazione. Mi è sembrata una domanda quasi magica. Hai sempre avuto questo modo di fare un po' da ragazzino, un po' genere quel meraviglioso mondo che appartiene solo a chi crede ancora nella speranza. A chi sogna.
Lo avevi quando ti ho incontrato la prima volta in quel negozio in centro.
Lo avevi al concerto in fila nel prato.
E lo avevi anche l'ultima sera che ti ho visto, in un locale dove ti credevo così amico che per salutarti ti ho abbracciato, e tu eri in imbarazzo.

E poi non ti ho più visto, e tu non hai più scritto.


domenica 23 marzo 2025

Se potessi tornare indietro e rivivere un momento, dove ti troveresti, adesso?



mercoledì 26 febbraio 2025

Mi hai mostrato una foto, Messico, un'acqua profonda come un incubo. Non ricordo luce, faceva paura. Ti ho detto "Quella sera al Messico", ma tu non sapevi niente di quella storia. Una storia dove fiorellini secchi abitavano pagine ingiallite. Sì, certo, c'era anche l'Inghilterra, la prima Inghilterra che ho conosciuto, c'è sempre, c'è sempre stata, l'Inghilterra, e questo lo sapevi, era lo stesso anche per te.

Non avrei mai nuotato in quelle acque. 
Sempre il dettaglio che ci divide, piccolissimo, invincibile.

martedì 14 gennaio 2025

Bosconero. Dicevi di tornare a casa, e casa si chiamava Bosconero, per te. Non so se esistesse davvero, avevi difficoltà a parlare italiano, come se non vivessi qui, in questa Porta Romana, da tutta la vita. Comunque dicevi torno a casa, e prendevi un treno e il tuo treno arrivava a Bosconero. Ho cercato per anni, dopo, di capire. Adesso che posso saperlo, non mi interessa più. Alla fine la bellezza era il dubbio, quella cosa che sembrava magica, anche se tu più che a una favola somigliavi a un mostro. Ovviamente: uno dei miei infiniti meravigliosi terrificanti mostri.

Poi la scena cambia e siamo a Londra e tu giochi a fare il pompiere su un bus. Stiamo tornando, siamo usciti dal pub quando è suonata la campanella.

Certo, che se non ci sei stato, non puoi saperlo. Cose di un altro mondo. 
Ma ti giuro, che eri tu.

domenica 22 dicembre 2024

"...In questo prato assolato di verde gentile, esiste quiete. Sotto questa terra ricamata riposano ossa in abiti ormai laceri, ossa che attendono il voltarsi delle stagioni, devote fino a diventare polvere. Un giorno ritorneranno vita, piccole gemme baciate dalla tenerezza della terra e del sole. Avranno acqua, luce, sangue. Ambisco alla stessa rinascita. Attendo, insieme a loro, io, fatta di ossa, sì, ma anche di carne, e pelle pallida disegnata da vene infinite di mare e cielo, e disturbante con un cuore che scandisce rumore vuoto come il più abissale nulla. Non abbastanza morta e non, viva."


Un racconto per METATRON 

https://metatron7772.wordpress.com/2024/12/19/laura-ramieri-sangue-e-caramelle/