lunedì 5 dicembre 2016

Buonasera anime mie,

Vorrei dirvi tante cose ma
fa freddo, io sono indignata e
non me ne dispiace, so,
che non devo reagire così.
Vorrei pregare chi
vanta torti disgustosi come amaro, che
le persone cercano, e vanno cercate.

Ma ascolto ancora menzogne.
Finché mentite, addossando ad altri
le colpe delle vostre mancanze, nessun
amore, meriterete.
Basta, per favore, traumi e consigli,
io non accetto più le vostre responsabilità
sfogate su di me.
E il mio essere aggressiva per voi è una scusa,
una via di uscita facile, ma

vedi, io non ti ho invitato ad accomodarti.
Sei libero di fare ciò che vuoi solo
regalati almeno sincerità con te stesso e
questo perché potrebbe renderti migliore.

Addio belle parole, non ti troverò
mai più ma sai?
Mi hai fatto un grande favore:
il privilegio di essere libera da
tutta la tua triste cattiveria.
Io perdono chiedo scusa faccio
il primo il secondo e anche il terzo passo,
una cortesia, però,

prova dispiacere, per i tuoi errori.
Almeno sarai vivo.



domenica 6 novembre 2016

Ciao, ti stavo forse
aspettando,
accomodati, qui
in questo cortile che assomiglia quasi
a un mare di nebbia e bianco, bello.
Ascoltami, silenzioso spettatore,
un piccolo tavolo, e un solo un bicchiere alto
per una rosa fredda, ascoltami.

Dieci anni fa, stavi dicendo?
Mi ricordo, eri bellissima,
avevi capelli lunghi, gambe sottili, e uno stile
così irriverente e invece
sembravi così timida.
Eri nel momento giusto, al posto giusto,
in una girandola di fine d'epoca tu
l'hai accolta cullandola, amandola
in ogni sua forma, disperata, dolce, cattiva tu
avevi un cuore adatto a ogni emozione,
e ti nutrivi così, divertita, viva,

sono sicura di quanto amore tu abbia ricevuto,
e di quanto tu ne abbia, sorridendo,
regalato, donato come mazzetti di fiori
in primavera, appena profumati, eri
così combattiva.

Poi hai cominciato a fare qualcosa
che ti piaceva, e hai visto le tue creature
su carta, finalmente tue, finalmente
qualcosa di te, finalmente
qualcuno che poteva capirti,
apprezzarti, e tutto poteva quasi
diventare vero se

!bum!

Caro spettatore
intorno a questo tavolino, il solo fiore freddo e tutto, finito.
Ha fatto un gran rumore, ma credo che pochi
lo abbiano davvero udito.

Finito.
Fa freddo, e nulla consola, però
vorrei che per un momento
pensassi a quello che è stato, a quel glorioso,
e vorrei vederti sorridere, vorrei dirti
che siamo stati bravi,
che ogni immagine che ho di te
è bellissima, e priva da ogni sporco,
noi due, le tue espressioni,
le mie carezze svogliate.
Ho imparato ad amarti troppo tardi.

Resta ancora un attimo qui seduto,
scaldami le mani e poi, addio, senza
odio, senza soffrire, con
quella gola straziata
che forse non conosci,
resta ancora un attimo
Caro spettatore,

guarda, stanno spegnendo le luci, e
nemmeno il fiore, è rimasto.




martedì 25 ottobre 2016

Si mescolano le stagioni,

Ma io ti guardo, e non mi piaci.
Non mi piaci nel tuo rinnovarti non mi piaci
nel tuo rumore, in questo fastidio di occhi
da svenimento.

Vorrei salutarti e dirti
che eri bellissima ma
ti sei venduta, e hai perso ogni valore.
Le imprese eroiche non denotano coraggio,
devi parlare reagire affrontare.
E tu non lo hai fatto.
Dominata ormai da un mistero criminale
eccoti, addio.
C'è vento, ma non ti accarezza,
e desolata resto in una quasi nebbia,
non abbiamo altre possibilità,
non mi puoi chiedere il permesso.

Ti auguro di affidarti
a quello che rimane del tuo cuore di
farlo agitare emozionare battere
come accadeva in uno scantinato buio,
tanto tempo fa.
Ti auguro di scegliere sempre
un ventricolo, oppure solo
una semplice vena.

Io, provo a salvarti
in un divano barocco.

lunedì 19 settembre 2016


Quella fine di qualche foglia, si sente nell'aria, è buio così presto.

L'estate non nasconde nulla.

Ho paura, delle altre stagioni, così vulnerabili, sensibili.
Così impulsive, non sai mai
cosa aspettarti.
Non so cosa
si portano in valigia
ogni volta che tornano.

Ti ho scritto qualche parola, ma era una musica
nostalgica come questo tempo, sei lontano, e mi manchi.
Non ho ancora deciso se capisci o se lasci stare, se non ti importa, se, non so.

Sto cominciando a dimenticare.
Succede con qualche dettaglio, e poi
interi giorni, momenti storie vestiti.

Sto cominciando a dimenticare.
Anche io, forse, non capisco, lascio stare, non ho importanza, non so.
Cosa devo aggiungere evitare marcare, tu
mi vedi come quel mostro
che di te nutre gioioso quella orrenda maleducata cattiveria
di cui sei in tanta parte fatto.
Quella che vuoi ignorare, in tutti quei sorrisini
ini ini
fintini
ini ini.

Preferisco le parole alle persone, i sogni alla realtà,
e queste pareti rosa
a ogni sconfinato cielo.
Non farmene una colpa, tu
mi vorresti proprio così, preziosa rinchiusa zitta e
da osservare, forse, ma solo se così immobile
da non poterti ferire.

La dimenticanza, tutto qui.

lunedì 5 settembre 2016

Ti chiamo la notte,
non ricordo di avere un cuore.
Se non battesse così rumoroso, così
pesante, non saprei nulla.
Mi sembra triste mi sembra
stia facendo tutto questo chiasso
solo per avere attenzione.
Ti chiamo la notte,
questo incessante pulsare, ritmico e
stanco.
Qualche volta lo immagino, immagino
il suo muoversi perfetto ma io
non lo conosco.
Ti chiamo la notte
per calmarlo, o per sapere davvero se esiste.

Queste parole me le hai scritte tu,
in un dicembre di sorrisi e neve.

Non ho luogo.Non ho scena.
Non ho nemmeno un cartonato come sfondo.

venerdì 12 agosto 2016

Bello saperti
in così tante parti del mondo.

Ma insomma si sa tutti
vanno nello stesso posto,
come fate, seguite una tendenza?
E se vi incontraste?
Agghiacciante.
Non mi deludi più, so che sei così, banale, e da banale

quale straordinaria emozione potrebbe mai illuminarti anche
cercandola in un altro mondo?
Non la vedresti. Resteresti con la faccia
lucida del tuo essere prevedibile.

Belle le sere di agosto tu
vattene vattene

vattene nel tuo fastidio
"del non vivere non non e non"
che conosco e che
mi disturba, in questo tiepido silenzio,
vattene, lo spettacolo è terminato.
I segreti troveranno le loro culle,

e si, è chiaro, si paga per ogni errore,
che domande fai?
Ma tu, banale e fortuna, sarai invecchiato,
non varrai più nulla come proprio già
non vale

ogni tua tristemente consunta bugia.
Chiudi i tuoi debiti.
Sii felice. Forse.




mercoledì 27 luglio 2016

Facile come un giorno d'estate.

Quando è successo, che vi siete dimenticati
di me, nonostante ogni mia attenzione ogni
mia premura, voi

vi siete dimenticati di me, quando?
Poca importa il valore di cui tanto
mi avete forgiata, ora mi apparite
solo, tristemente, persone
che non mi apprezzano più.

Facile come un giorno d'estate quando
c'è luce, così, fino a tardi.

Ma adesso quel vento mi fa paura.
Ti racconterò una lettera, un giorno, perché
questa pesante anima randagia
si lega solo ai ricordi.

Mi dici di sorridere mi dici
che sono cupa ma
davvero non vedi questa orrenda oscurità
con la quale mi avvolgi senza mai
tatto
scrupolo
tenerezza?




domenica 19 giugno 2016

Combatti i tuoi demoni,
quelli che ti sorridono dolci quelli che tu

insisti a non riconoscere.
Certo, se fossi stata abbastanza
stupida, forse ora potrei almeno

dormire.
Beviti un bourbon alla mia salute e

Pensaci, a cosa hai perso.

mercoledì 8 giugno 2016



Non c'è più niente, da fare.
Partire. Dormire. Dimenticare.
Litigi assurdi si animano di colpe e cattiverie
in mio unico onore, e il rinfacciare, l'arte terrificante del rinfacciare. Che stile.

Non mi sta bene chi nel torto aggredisce,
è un meccanismo, ma non una scusa.
Il mondo continua a proseguire in un senso
che non mi piace, tu non mi stai ascoltando,
non mi adeguo, senza comprendere sempre
fuori luogo, sempre fuori da ogni luogo, anima arrabbiata con voglia di mordere. Lo so.

Ma se il tuo cuore battesse potresti
vedermi davvero.

Mi sono sbucciata un ginocchio, il sangue racconta piccole immagini sulla mia pelle, e
certo, che fa male, ma
non odio questa contusione, e non la dimentico, quando smetterà di ferirmi
diventerà rosa, liscia. Non griderà più.
E sarà stata una storia, di una forma fantasiosa.
Partire. Dormire. Dimenticare. Perdonare.



domenica 5 giugno 2016

Ho riletto le tue scuse: ventisette righe.
Ventisette righe di assurdità per nascondere solo qualche parola, che mi sembra di vedere rossa, sottolineata, così chiara tra le ventisette righe di protezione.
Certo che lodo amo e sento la nostalgia
del passato.
Ma adesso, non posso più tornare indietro.

lunedì 16 maggio 2016

ritorna,


per cosa poi, mi manchi?

Mi conosci.
Sai che vorrei scappare.
Mi conosci e conoscendomi sai
che non so, dove voglio scappare,

le stagioni si mutano l'una nell'altra e
ancora in primavera, ti scrivo.
Sei cambiato.

Amo il ricordo che ami di me perchè è lo stesso che amo io, di me.
Amo ogni aggettivo che ti piace scrivere, così
perfetto, così me.

Mi domando se sia davvero tu l'unica persona a conoscermi davvero, e
ho paura a rispondermi, ho paura a leggermi nelle tue righe così
me, me con tutto dentro, tutto il mio odio e i miei capricci e insieme, la mia tenerezza e
questa innocenza splendida, ecco ammetti
che amavi questo curioso gomitolo di sentimenti.
Mi amavo anche io, insieme a te.

Cosa è successo?
Hai trovato la tua strada io
sono sempre stata per te eccessiva, allora, e adesso
sei tu, si sei tu, ma solo fatto di teneri ricordi e purissime immagini e

e vorrei mi ricordassi sempre così.
Come in ogni strada, in ogni sguardo, in ogni bacio.
Come sono davvero come mi vedevi
tutta, intera, nella mia testa e nel mio corpo,
amorevole,

si, avevi un lato crudele, spietato,
e lo odiavo, mi spaventavi.
Mi allontanavo per questo.

Ma oggi ieri forse
non so quando, un giorno
questa tua parte cattiva si è addormentata.
Me lo hai dimostrato.

Hai magari cantato quella bella ninnananna ai tuoi antichi demoni?

Ci penso, penso
una cosa orrenda: era quella parte, quella parte disgustosa
la parte che mi amava.
Perchè era quella che pulsava, che combatteva.

Adesso sei bellissimo, ma senza azione.
Temo che tu possa
non fare mai nulla,

temo tu mi possa incorniciare con tanto cuore, noi
non saremo mai pronti.
E se esistesse il momento, il momento per noi,
i tuoi occhi chiari sarebbero la sola cosa
che guarderei avida,

certo, vorrei tu fossi qui,
ecco in cosa mi manchi.


mercoledì 23 marzo 2016


Non esiste una parola che esprima il dolore.
Non c'è nemmeno una magia
che possa farti comprendere il mio mondo.

Mi manchi come in una strada di Londra.
Come in una strada in cui esiste qualcosa
di vero, spengono le luci,
oggi ti ho visto.
Avevi addosso quel tuo grazioso arancione
e non ho avuto dubbi, eri tu.

Mi fanno molte domande su queste pagine.
Incomprensione a cui non voglio
regalare spiegazioni.
Manca molta poesia, in molte vite,
e me ne dispiace. Per voi.

Resta così, come ti ricordo
calmo, debole e niente, assolutamente
niente: nessuna acqua nei tuoi occhi.
Per cosa varrebbe la pena allora?

giovedì 11 febbraio 2016

Cambiare idea, si dice. Che atrocità.

Il mio male è oscuro
come un disgraziato sortilegio dove
il tradimento arriva cattivo perfetto uguale
a quell'incubo che mostra solo morte.

Oggi, non ho più un cuore.

Non ho nulla. Un buco un vuoto un odio un disprezzo, e
tutto mi passa addosso contro oltre e
mi ferisce. Mi infetta.
Oggi, non ho più un cuore.