venerdì 27 dicembre 2013

,,,

piove,
notti di festa
finite troppo presto.

Credo sia evidente: è successo qualcosa.
Non so se siano quegli strani muri sfortunati o

non lo so, questo qualcosa
non gira più nel senso
           in cui
                        dovrebbe, girare, forse
                                         nemmeno esiste, senso,
gira dunque
senza senso, e invade ogni cosa, arrabbiato, prevedibile, banale e
       schifosamente scontato
                                         effetto domino,

interessato, non leggerai, non interessato, leggerai, e così
                                                senza senso di senza senso, dove
cominciare a domandarsi se

nemmeno queste righe, riescono a scriversi senza svariati
segni di errori ma

Non cadrò nello scontato errore di ripeter       mi,
scrivo solo che
piove,

secondi si scandiscono in ricordi aperti di ferita,
non ci sono più
               nomi, nemmeno
                                    più
una sola dolce bella
                           maiuscola.
               



domenica 8 dicembre 2013

bella storia,

So dove sei, e cosa
mi stai nascondendo, non c'è nemmeno bisogno di mentire o magari

di non rispondere, comunque sia ogni volta
pensi sia più stupida di quello che in realtà sono, so
tutto quanto, quanto
va male questo tuo meraviglioso, credevi, mondo,
e quanto sei, sempre

falsamente, una bugia.
Mi tieni buona come un animale in cattività, preoccupato solo
di una tremenda reazione.
Forse ci pensi anche a me, ma
è troppo tardi, e sono anche più che certa che
la tua vita sia già abbastanza un orrore, con tutti gli
errori, che ti sei procurato.
Ti piace davvero, pensare a me?
Perché lo fai, ma resti sempre inchiodato in un ruolo
patetico, e fatto di scuse banali come un mal di pancia,
lo so.
Alla fine mi risponderesti, meglio di niente.
Alla fine tutto gira attorno a un interesse, e guardandoti

sono lieta, di non essere io.
Grazie, di avermi delusa, grazie dei litigi, grazie e

non tornare indietro,
non esiste amicizia.
Nascondere, equivale a mentire, e solo perché
lo hai fatto sapendo che ti avrei scoperto, e che
figuraccia.

Non vali nulla, e mi fai così pena
che non riesco a provare nemmeno
pietà.
Mi hai delusa, ma la cosa finisce proprio
in questa riga.

Tante care cose.Finte,
ma tante care cose.

lunedì 18 novembre 2013

domenica 17 novembre 2013

qualche anno,

..
Quel Capodanno, quando abbiamo festeggiato Lutetia,

eravamo solo noi quattro, e un solo mobile, la casa era vuota,
i bicchieri, plastica, io
guardavo il soffitto sognando nuove speranze e uno spazio solo finalmente
per
me.

Sognavo mi fosse dovuto, e forse il peccato trovò nido
in questo inutile sogno.

Poi, c'è stato un vino rosa, e la convinzione
che non sarebbe durato nulla

non mi sfiorava nemmeno.

Ci sono stati anche tanti baci.

Ora, nemmeno per cortesia, ricevo risposte.
Nemmeno per cortesia a favori altrui, impeccabile come

quando inizia un allontanamento, puntuale raggiunge, sempre

il nulla, proprio come

Lutetia, dopo i bicchieri di plastica e noi seduti sul pavimento
è successo che

sono arrivati i mobili, poi

i sentimenti.
E di nuovo, frattura.
Sento il dolore in ogni  parte del corpo, come se davvero fosse stato un ossicino

a lasciarmi, e non
voi,

una città dalla quale, oggi

ambisco a scappare.

Avevo un vestito bianco,
guardavo i soffitti di Lutetia e pensavo a quante cose carine
sarebbero successe in una stanza
così carina, ma la sciagura

di una casa che non conosci, resta impressa indelebile
nella sua storia, a quanto sembra, ora,

non fortunata.

Forse allora eravate ancora dalla mia parte.
Lo ammetto, e non lo negherò mai, che pretendo troppo.
Lo ammetto, e non lo negherò mai, che
non riuscirete mai a fare abbastanza.

Ma voi non avete visto Lutetia vuota, e tutto quel margine di favola
su cui imbastire sogni di coraggio.

Non c'è più nulla, adesso, una stanza bellissima, da solo, guardare.
Ho amato L. come primo vero sogno e con coraggio, sfrontata, di un valore
che non avrei mai saputo attribuire, senza lei.
Ma adesso mi spaventa.

Avrei voluto mi chiamassi, senza impegno.
Avrei voluto ammettessi come nonostante tutto io

sia tua amica.

Ricordati di me.
xxx


martedì 12 novembre 2013

incrinato,

tra una tecnologia balorda e una solitudine musicata da perenni lavoro in corso,
in un solo giorno ho avuto discussioni con cinque persone diverse, direi quasi

un capolavoro
di disperazione.

Essere miei amici comporta essere sinceri, quei bei giochetti che tanto
si amavano a 14 anni, fine.

Sogno lealtà, e mi scontro con un reale ancora insopportabile per le mie
forse fragili, strutture interne, d'altra parte si sa, il mio scheletro è teso quindi tutto

torna al capo, e si lega, rigido come le vertebre che strizzo puntuali, senza cura, e
rendendomene conto, ne sono desolata.
Povere giunture.

Come si fa a resistere a
quell'odioso impulso furente di una
risposta.
Anche una qualsiasi.
L'ignoro sarebbe anche un'arte così splendida,
se si potesse imparare.

Mi dicono che è impossibile,
che ci si comporta così, e d'accordo allora

cosa posso pretendere?
Sicuramente nessuna fiducia.
So che non leggerai queste righe, e sinceramente, non mi importa.

La verità è che i codardi mi disturbano come
quei maledetti perenni lavori in corso, e producono anche
lo stesso assordante rumore, che ti buca l'udito, o l'anima.

Ragazzini si baciano davanti ai portoni e ci si meraviglia
di vie ancora ancora sconosciute.
Bello, dolce.

Osservare, ogni tanto,

per te, sono solo
addolorata, quello che è successo, posso capirlo, ma accettarlo,
non lo so.
Mi manca quel mare che giudica senza farsi mai sentire.



domenica 3 novembre 2013

bellissima amica,

...sono preoccupata per te, perché
essere forti, è difficilissimo.
Essere mia amica, anche di più.

Sono preoccupata per te e ti voglio  bene, e se penso a come non ci siamo mai
nemmeno incrociate, è
carino, stupendo, mi piace anche solo l'idea che

non era il tempo, quello, perché io avevo altro, ahimè, e non sarebbe venuto così
perfetto, ecco,

che sia uno smalto glitter o Bulgakov, a fare di noi,

noi.

Tutto quello che invece resta nel mezzo, mi spaventa e basta.
Sabato sera, estraneo pensavi trottassi a casa tua sotto chissà quale
influenza, si direbbe
assurdo, forse solo amici
schiavi di questa forma di possesso, tremendo.
Non c'è un soggetto, e quasi forse

nemmeno un verbo ma

io della grammatica mi sono sempre schifata, e questo è il prezzo,
forse ti senti chiamato in causa, forse no, non
preoccuparti: è colpa mia, del mio scrivere così.

Cosa che so comunque

tu non comprendi.

Via Fiori Oscuri, era così vicina a me, questa sera,
...


giovedì 31 ottobre 2013

halloween!


...si, mi piace.
Mi piace perché ha qualcosa di così funebre e
romantico, anche, ecco questo giorno è un ritrovarsi di anime e

le vie vuote mi spaventano, il gatto è sparito per ricomparire dopo minuti
di immensa tensione, in versione demonio, infuriato e pronto a
tagliuzzarmi un po', perciò tutto va alla grande, si.

Dove eravate, esattamente, un anno fa, a quest'ora?

Io camminavo in calze aderenti e gonna corta
accanto a un mare freddissimo, c'era molta luce chiara e
credo vino, nobile.

Io camminavo in calze aderenti e gonna corta
accanto a un mare freddissimo e vento vento quasi
ventissimo, e  io ero

un po' felice.

Le cose che succedono, di anno in anno.
Mascheratevi, perché è tradizione, e perché magari potreste celare così

le vostre anime dubbiose e decisamente
abbastanza
o forse solo un po'

vili.

Buonanotte a chi ha poteri migliori, sperando di non essere divorata
dalla versione assassina del mio gatto,

abbiate una lunga,
spaventevole, divertente e

di lucine sempre

notte.

lunedì 28 ottobre 2013

ti conosco, ma non esisti,


avevate un po' tutti

le stesse facce, o forse solo
le stesse espressioni, ora,

mi domando quante scuse inutili sarò costretta a subire da qui al
per sempre, si, i tuoi capelli erano biondi
e avevi quel dolore scavato dalle tue onde, si

forse, sarebbe anche nato forse
qualcosa di carino ma
la paura, l'incubo, il nervoso io
non sono così e forse è
per questo eccessivo bagaglio di valore che propongo ancora

astenersi perditempo.

Si, posso amare la poesia, e forse, ultimamente, posso anche odiarla un po' ma solo
per poco, perchè sarà sempre me me e me e
vedere che in te,
alle volte, manca,
mi fa malissimo,

amavo anche le avventure, ma disastri
si accompagnavano  lenti a queste ombre da cartone animato,
dimenticare, d'accordo, sbaraccare un armadio e convincermi che non c'è più ricordo vedi

più scrivo, meno leggerai, e mi posso permettere così
tante parole che conosci,

solo perché

non mi avete ricordata, un bel pacchetto della durata di una notte ecco, tutto qui,

ciao, leggete, sempre fino all'ultima

riga che
sempre è
 la più
                importante,


                      mi manchi, sarebbe anche potuto succedere.

miaomiao.

domenica 27 ottobre 2013

tra qualche secondo, ti cancellerò.

Oggi è un giorno triste, di preghiera, commiato.
Essere addolorata non è mai abbastanza.

Mi manca tutto, di te, il tuo ridere puro, il tuo guardare niente, il tuo tenermi il braccio
su questa  mia ossuta spalla.

Mi manca quel legare nostro e immediato, forse in un cappotto viola.

Mi manca tutto.

...


Quello che invece non mi manca è questa dedizione allo sciocco,
il tuo evadere, e questa finto interesse che rasenta l'orrore.
Non so chi tu sia, e non aumenti il desiderio, ma il disprezzo.
Ti informerò, per correttezza inutile, che è ora di

basta.

E mi dispiace, comunque ancora.

Sei stata la mia anima più simile,

tu invece, lo scavante amore viscerale dopo il vuoto.

Sei stata l'amica più bella.

Stasera, molte persone ruotano dentro queste righe,
e a tutte rivolgo un inchino, e un pensiero,
per la loro bellezza, e per la loro cattiveria.

Resto qui, penso a voi,
e mi mancate, nonostante, tutti,
per queste qualche parole che sempre, chissà perché,
toccano questo mio spirito da eterna e sconfitta
cacciatrice di emozioni.
Vi amo, lo sapete.

Vi odio, lo sapete.


Alternate il mio cuore in una meravigliosa ruota, bellissima,
dolorosa ma
riesco anche a guardare.

Credo ti avviserò, quando starai per finire, e comunque sappilo, questo mi rende triste,
bacibaci
xxx
buonanotte, notti segrete,
L.

domenica 20 ottobre 2013

righe,

non serve a nulla parlare, però
mi auguro che l'impalcatura della mia porta riesca a durare più
delle nostra così sconcertante e stucchevole e ruggente
amicizia.
Ogni volta che si abbandona, invece di rispondere.
Non serve a nulla.
Io ti posso dire, scrivere e persino pensare
tutto, tutto, di più e tu ancora
non ci saresti, l'immagine
di lunghe notti tra stanze e scale, quei palazzi chiari e ogni via in cui
mi hai condotto, piove,

e qualche volta, piango, mentre amici mi guardano silenziosi
e una gattina mi si accompagna in lamento.

Non credo nel freddo, questo pomeriggio, è un dolore
così fastidioso che
ci penso.
Ricordo ogni parola, e quelle orrende scarpe,
città dai nomi difficili e dispiaceri, tu
non risponderai, non ci sarai, fine.

Tutto qui, posso anche quasi essere certa
che tu abbia anche
dimenticato.
Come su un'onda un po' di disgusto, anche
questa nausea, assomiglia all'acqua.

domenica 13 ottobre 2013

si diceva che!

d'accordo, beh d'accordo, bisogna solo
esserlo, d'accordo.
Altrimenti, si cambia il mondo?
No.
Le persone non diventano buone e nemmeno solamente
educate, tutto è solo
questa immensa giostra delicata che gira lenta, per ogni età,
nessuna  nausea, tentata sono
di salirci,
meraviglie,e 
orrori, forse avere questo stupendo pregio

di osservare le meraviglie nasconde puntuale
il rimborso di vederne  anche il risvolto eccessivamente
cattivo.

Il mondo fa paura, potrei dirti mille cose che non sono paura, certo, io e te

su quei gradini, in quel vicolo, aspettando,
non era paura, solo quella
meraviglia e  e e e

chissà perché ci penso ancora.
Lontano maltrattato derubato violato: il tempo non ha più valore,
si fa beffa costante di me
mentre io vorrei sognare miagolii e abbracci, si

mi manchi, mi manca quell'essere così vicini, quell'assurdo comprendersi e forse
anche un po' mi manca
quel tuo modo di parlare ma ma ma ma ma

basta.

Avrei preferito un mondo buono.
Persone che non mentono, che tornano, che si scusano, ma
alla fine fine fine


mi manchi,
buonanotte di paura, tremando per questa ansia che mi segue ombra nei miei svariati ruoli,
vorrei dirti anche
che un pensiero non ti dovrebbe mai
spaventare ma solo

dopo ore insieme, così, solo
rallegrare,

sopravvivere, resistere.
buonanotte.

lunedì 7 ottobre 2013

avere paura


Capita spesso, solo a certe persone, però, capita che

 "chi cerca, trova", si, purtroppo

sembra un proverbio così vero che
funziona solo al negativo.
Così, sembra che ognuno alla fine si debba scontrare davanti e proprio
alla sua peggiore paura, e capita, capita sempre

probabilmente questa strana unione inversa
vacilla solo tra bene e male.
Eternamente, il male vince.
Sembra così solamente assurdo.

Sono sicura di conoscere gente che vive serena, che riesce a tornare a casa
tutte le sere senza avere combinato un guaio, o senza avere visto nessun orrore o solo

magari a loro è solo successo
di avere incontrato la tranquillità.
Carattere, o ottimismo.
Ma io non sono così.

Vivere nella paura si accompagna a un drammatico veleno, vuoivuoivuoi uscirne ma
resta solo rassegnazione.
Pagine pagine e rabbia.

Non pensate alle paure, perché più date loro pensiero, valore, importanza più
loro sembreranno così gonfie e felici da desiderare un incontro, solo per
un ringraziamento, magari. Con voi. Per voi. Da voi.
In qualsiasi posto
le temiate.

Ladri, falsi, mentitori e menefreghisti:
un circo di dolore e rabbia senza nemmeno
quello zucchero filato da domenica pomeriggio.
E quando tutto questo entra nella sfera più personale dell'essere, ecco, allora
ci si incupisce, nervosi, senza potere fare nulla.

Mi hanno appena detto che se il mondo è cattivo l'unica possibilità di azione
è quella di riuscire a impedirne ogni tentativo di invasione non richiesta.
Cioè, solo un prendere tempo, sperando.

Coraggio.



martedì 24 settembre 2013

cosa so di te?

Sbuffare,

promesse non mantenute, legate a un'acqua che tanto
amore dona, quanto
nulla, ricorda, solo
il giorno dopo,

sbuffo.
Comportamenti noiosi, non
importa il nome, la persona il luogo il giorno o solo
il momento, sono sempre
                 le solite
                             cose, parole così
                                        ripetute che hanno solo odore
                                                di muffa.

Mi dispiace, perché ci credevo, in voi e ora
non so se essere lieta della consolazione originale di
una sera d'estate,
oppure
sbuffare anche contro di voi.

Per fortuna, ci sono le amiche.
Quelle belle, vere, quelle che
ti deludono fino alla nausea quelle che

non so più nulla di te da anni, e anni e ancora
non hai smesso di copiarmi.
Adesso, quasi mi viene voglia di farti i complimenti e quasi penso
che la tua devozione sia stata davvero, un grande volermi bene.
Comunque, non hai smesso.
D'accordo, beati voi
coraggiosi senza nessuna paura,
beati voi che non conoscerete mai la vertigine il buio o solo forse

beati voi, che non sarete mai sedotti da friabili emozioni.
Beati?
Sbuffare.
Chissà.


domenica 1 settembre 2013

benvenuti! date un'occhiatina, lieve, di sfuggita,
non esagerate, con pazienza, ecco,

benvenuti in questo luogo,
potrebbe essere
una piazza, oppure
una stanza,

benvenuti in questo luogo
definito da luci,
immaginate questo luogo
segreto e strano, così nascosto da far accadere sempre
meraviglie,

ci sono personaggi sorridenti e piccoli bicchieri,
magici interni di paura
e tante, tantissime,
parole,

benvenuti in questo luogo,
si trova chiedendo il permesso e poi

lasciandosi risucchiare,
vortice di emozioni in angoli
forse solo rimasti al buio,

ci sono abbracci enormi e
baci intensi sulla porta e carezze ninnate
appena prima di dormire.

C'è sempre un motivo, per non resistere
a questo luogo sempre un motivo
per proprio volere
tornare, entrare, guardare.
C'è sempre un motivo per restarne affascinati per
innamorarsene,

così, volevo scrivere, grazie

grazie per essere rimasti con me fino alla fine.
Grazie per avermi ascoltata, per avermi coccolata e
quasi cullata,
grazie per essere sembrati così dolcemente, teneramente,
irreali,
così ombre di questo luogo ormai
da sembrare troppo pieni di luce e affetto, grazie,
Ogni dettaglio sfuggito, ogni dettaglio ammirato, grazie.
Siete stati bellissimi.

mercoledì 28 agosto 2013

venerdì 23 agosto 2013

...

vacanza, ci pensavo, ci pensavo
nei cavalloni violenti che mi spingevano in acqua, sotto, ridevo,
nelle nuotate artistiche di miagolii e in quelle a piroetta cantando,
ci pensavo.
O forse no, aspettate un attimo, pensavo a cosa?
No forse, forse proprio
tra quell'acqua e quel sale bevuto ridendo
no forse lì, no, non ci pensavo,
lì era bello, e basta.
La delusione resta un eterno buco nell'anima.
Osservazione del mio valore.
Volere, ma rischiare, la troppa attrazione.
Ho ascoltato questa musica, note da un piano composte proprio un anno fa
di mio ricordo.
Dolci.

Sempre, che siano lieti anche i vostri gorni di vacanza, magari solo a guardare il cielo in un trambusto di unico silenzio.
xxx

giovedì 18 luglio 2013

festino di delusioni!

Uscire e chiudere con fatica a chiave
per dimenticare il presente e scoprire appena arrivata, gioiosa col
magone fin nello sterno che

si incontra solo, il passato.
Come se già non ci fosse abbastanza, eccoti,

caro T., e caro solo perchè
quanto mi sei costato,
cosa accidenti ti è successo, da dove vieni e perché la tua voce ha questa alta

intonazione intonerei quasi
aspetta aspetta
un insulto,
che sembrerebbe donare a questa atmosfera come
un pugno che ancora aspetta aspetta, anche
il pugno,

sono così brava che

non mi hai dimenticata che
mi allontanate ancora
e senza nessuna scusa,
che noia,

nemmeno mi ricordavo, di essermi mai sentita così avrei voluto
aspettare ma
nemmeno leggi mai queste righe o forse e ancora

possibile che ci sia dentro anche tu,
....
essere così furiosa da non trovare parole si proprio
vantarsi di nulla mai mai mai

riesci a essere superiore a questa squallida media, e
l'amicizia, sì, la stessa che mi concedi solo
quando hai tristemente bisogno,
basta, lo scrivo ufficiale: è finita.

Se leggi, guarda la data e pensa: cosa è successo oggi o forse solo
cosa ho combinato, oggi?
E, se leggi, forse è anche magari
perché ci sei dentro davvero anche tu mai
avrei pensato di non potere davvero perdonare e nemmeno di

non scrivermi mai più, per favore io
non potrei tollerare un'altra opaca
bugia,

Sto per ruggire e davvero non vorrei

ti capitasse di sentirmi.

mercoledì 3 luglio 2013

chiacchierarando,

e se ti dicessi
lentamente, in un sussurro, che

non mi piace l'estate?
Che proprio, non mi piace, che mi disturba che
nonostante tutto, io sono attratta
dalla nebbia?
Ti sembrerei triste, e questa luce, in effetti, un po' quasi
comincia a convincermi ma

c'è qualcosa nel risveglio di questa stagione che
mi turba, potresti rispondermi

che sto diventando come te, che preferisco
l'addormentato o forse, orrore, il
nascosto.

Comunque, viaggiare dondola una instabilità, e anche così
mi sentirei dire
che sembro solo triste.
Non credo sia triste, solo potrei ribattere che

non penso davvero, che tu possa ridarmi l'anima, soprattutto perché
nemmeno sai cosa sia, però
posso chiederti di ricordarti
di lasciare una merendina nel comodino, nel caso
mi svegliassi una notte, e cercassi solo
una dolce conferma.
x

martedì 25 giugno 2013

amici da cortile,

conosco a memoria quella foto, la ricordo così chiara, nei mei pensieri, c'è
un cappello nero, ed espressioni che mi fanno sentire così piccola, ancora, ricordo
strani magazzini una volta abbandonati e
voi, voi tre, cavalieri cattivi
intorno alle mie righe, a chiacchierare urlando voi
tre, sempre insieme, indivisibili persino
in questa memoria di foto, indivisibili sulle mie note, sulle parole su questa bocca
che a lungo, senza respiro, vi ha
sgridati e molto a lungo, molto più a lungo, molto più e più
amati.

Detesto che tu non possa rivolgermi la parola, che ti sia vietato, o che sia
una scusa, che sia tu stesso
a vietartelo, non lo so.
Sere al buio e problemi elettrici si sovrappongono a ricerche misteriose senza
coda, dettagli, come questa musichetta
che suona nella strada di nebbia fumosa, è
estate,

eravamo amici, nonostante tutto.
Crescere non rende niente, o forse rende, ma è solo il ricordo
a distrarmi, perché il ricordo
non ha nessuna pace.
Continuo a girare, sperando di trovarti in queste punte da ballerina, o magari solo
di sentire ancora
quei sorrisi graziosi
in
bicchieri estivi lungo il fiume,

non dico addio perché
al prossimo giro, in queste punte da ballerina, forse ci sarai tu e forse
ci sarà una condanna o magari e solo, magari,
una tregua.
Perdonami, se sono stata scontrosa, vedi il rimpianto è solo che

non ti ho lasciato nessuna ferita.

sabato 15 giugno 2013

il gatto guarda fuori, e io leggo le istruzioni,

domenica 6 giugno,
un festival, musica strana e strana gente,

indossavo un vestito piccolo, corto.
Ci siamo sentiti uniti
nelle mani, e nell'osservare.

La settimana dopo,
domenica 13 giugno,

un teatro, strano e strana gente,

indossavo scarpette verde pastello.
Ci siamo sentiti uniti
perchè riuscivo ad applaudire nonostante avessi solo voglia di
scappare.

Questo, accadeva anni fa.
Così tanti anni fa che vorrei davvero
non ricordarlo,
non so perchè mi sia venuto in mente forse

perchè è tutto disegnato su un'agenda.
Un'agenda che ho trovato adesso
proprio qui però:
il mio mascara si recita "a prova di vita"
e questo, mi consola, perchè

se siamo riusciti a ottenere un mascara a prova di vita cioè
che resiste a tutto, anche alla vita, e questo si, comunque
mi inquieta ma, se
esiste la possibilità di resistere alla vita allora

avanti, coraggio.
Posso resistere
al ricordo alla paura e magari
anche agli spigoli e al cemento che sembrano sempre
invidiare le mie ginocchia.
E in tutto questo sospirato resistere, tra fatica e forza  e e e

mi ricorderò anche di avere, nel mentre, con grande
soddisfazione,

ciglia lunghissime.

martedì 11 giugno 2013

potremmo dire
si, d'accordo, lasciamo
correre ma
la verità è che
niente corre,

adesso, oggi, dopo anni, siete proprio spaventati dalla vostra attuale fidanzata e
avete così paura da buttarvi, meglio, preferibile

dalla ringhiera,

arco della pace, o inferno, io posso solo dire

patetici.

Ma non mi parlate, anzi si ma
guardandovi intorno con ansia,

è così triste, forse
era meglio restare nella vostra natura, dove le cose non duravano e
nessuno cercava di nascondersi.

Si si, belli i Navigli, te l'ho già detto.

martedì 14 maggio 2013

Una delle mie città è vittima della nostalgia.
Quelle Penne Nere che tanto potevano apparire spaventose si sono rivelate essere

sarebbe bella, sempre così, chi mai
avrebbe potuto immaginarlo,

nello sconforto anche io, insieme a tutti i cittadini
che ne lamentano la mancanza tra fotografie e ricordi,

avevo un amico, una volta, mi piaceva come
inclinava la testa,

avevo una amico, una volta, che disse

"sei sempre lì ad agitarti, sempre a scalpitare, sempre in eterno
rimescolio di emozioni, vedi, sembra che tu voglia
ruggire, ma quello che esce, alla fine, assomiglia solo
a un  miagolio.
Perché non riesci a ruggire?"

Festa in una delle mie città, sembra estate forse lo è e
sembrano felici, in una sera effimera di danze e bicchieri è
festa dove vuoi vederla, magari anche lì, in quella strada
di tende bianche e cori o forse appena
più in là, voci piegate di pioggia ma voci sempre
alte,

non ho più visto quel mio amico.

Si eseguono compiti costanti di ruggito educato.

lunedì 29 aprile 2013

Tornare, o fuggire.


Scuse che non riesco a catalogare, nessuna scusa, uffa.
Una risposta.
E ferite ancore brillanti, da grattare, da
curare.
Si può davvero, dimenticare?
E davvero può davvero servire
questo magico tempo che
passando dovrebbe lenire come una
crema, una buonanotte, una carezza non
serve.
Si sopravvive, d'accordo.
Si continua.
Dimenticare, è un'arte della quale non posso vantarmi.
Per il perdono poi, nemmeno posso
nominarlo,
tutto è sospeso non posso non voglio
aspettare anni adesso, la ragione
mi sorride lontana dopo averla invocata, grazie,

non voglio più
avere nemmeno ragione.
Si torna, o si fugge.
Oppure si resta distanti, cercando non so
di tendere una mano, o una parola.
Sto tendendo la mia mano, e anche la mia
amata parola, avvicinati ma

si torna, o si fugge.
Io tornerò probabilmente

il più possibile.
Mi piace tornare?
Non lo so.
Mi piace ancora meno l'abbandonare.
Per il fuggire, invece, lo lascio a maestri abili assai
nel far perdere le tracce io
dimenticherei accidentalmente
impronte di suoni parole e
cuore, ovunque,
mi sarebbe, spiacente, impossibile.
Avanti, o indietro, e anche
un passo di danza, un abbraccio si torna
a capo al, ancora,
lasciare andare.

domenica 28 aprile 2013

brrr,

ecco, è successo, quel
preciso momento in cui ti accorgi che

questa sera, dopo essermi persa in strani grigi, con amici
dolcissimi, eccomi, questa sera

entro in casa e
e
e lo sento.

Quello strano freddo che conosco molto bene quello
di vento, e di città nordiche e
di stanze di alberghi, quel freddo stupendo di lenzuola io
lo riconosco, mi è così
di triste conforto, eccolo, è arrivato solo che qui
non durerà.

Nessun nordico, nessuna stanza di albergo.
Presto sarà solo caldo.

La sensazione è inspiegabile, e capita solo
in certi momenti e luoghi precisi io

la sento così in me, questa aria così
fresca, fredda, tutto, mi ricorda, bellissimo.
Mi sono persa in strani grigi, e un amico, è un amico,
bello,
questo freddo, è arrivato anche qui ma
forse solo perché ne ho parlato o solo per
sostenermi nel ricordo succede solo
in quei posti che molto amo

e mi piace, nonostante tutto nonostante
frasi ignorate e qualche caduta di stile, va tutto bene io sempre
amerò questa freddezza perché
contraddistingue ciò che sono e quindi
me,
ancora bellissimo

il freddo, il freddo, sotto le coperte.

giovedì 18 aprile 2013

mercoledi,

Cose che succedono, strane, ancora.
Ti vedo spuntare da un elenco, ma avvicinarsi sembra impossibile eppure stasera, proprio

in via Volta, mi sento davvero
effetto solito, solitamente

vacanza, dove tutto è lontano, e niente sembra avere il peso
di un domani difficile, e nervoso.
Si, quei pulsantini, sembra irresistibile non schiacciarli, e infatti

l'ho schiacciato, non me ne pento, ma forse
non era il caso, cosa posso dire a mia discolpa?

Amante della bellezza, del del del del
nemmeno so che scusa inventare perché

non ho scuse,
non ci sono proprio scuse, e nemmeno ne cercherò.
Però qualcosa è cambiato è successo e questo mi fa credere

tra caffè, impronte, e disegnini

non è abbastanza, no

non è mai abbastanza.
Se vuoi dirmi qualcosa, scrivi, oppure
vieni in via Volta: mi troverai serena
accanto a quelle tendine verdi di un palazzo bello e sconosciuto, dove
in vacanza, in un'altra città, o ovunque

penserò ancora e sempre

di occhi chiari, e di belle parole.

martedì 9 aprile 2013

primavera!

Non mi piace il pianoforte lo sai, solo che
in questa canzone suona dolce come
un addio, proprio come il nome, che è un addio a qualcosa, o a qualcuno, bello e
mi piace,
per favore,
non tagliare i tuoi capelli, sarebbe come

rompere questa musica proprio nel suo ritorno ritornare

all'inizio, lenta,

si, accettato.
Non ricercato.
No, nessuna ricerca, proprio solamente, costruita così.
Mi hai ringraziata, non sono generosa, o forse si ma
sono io a ringraziare, forse mentre stai ripetendo lalalalalalala e
prolunghi la a come se fosse
                           un altro addio una lettera piccola e molto
                                        lungamente morente, non tagliare

i tuoi capelli, mai,

Forse molto altre cose potrebbero piacermi se solo

                 molto misteriosa, questa storia, vedila
                                                     così
                                      la verità sai e
                                        mentire proprio
                   non potrei, sempre
                                             sorridi, suona, sono solo
                                                          un gioco, di parole,
                                              lalalalalala a a a a a
                                                                    a
                                                                          a
                                                                                    a.




mercoledì 3 aprile 2013


Criptico, strano, senza motivo apparente e
di nuovo lo so, c'è sotto qualcosa,
tutto risulta sempre così sterile, e davvero vorrei
non qualcosa, ma molto di più.
Pazienza per le parole, per gli eterni fraintesi, per città belle e spietate.
Pazienza per tutto.
Vorrei solo sapere se questo essere eternamente vaghe
serva a nascondere altro,
qualcosa che ancora non conosco ma so che presto avrò
-con lieto motivetto in sottofondo- modo di capire.

Dicono che le parole non valgano nulla, senza i gesti,
non è mai abbastanza, così, magari, si può solo
impegnarsi di più, se si vuole davvero ricostruire.
Le scuse sono sempre accettate, ma sarebbe meglio anche aggiungerci
solamente un po' di anima.
Che mi conosce sa
che è sempre tutto o niente, nelle vie di mezzo io vivo sott'acqua e nessun pesce
mi sarà da conforto.

Tutti dicono -è strano-, tutti.
Lo dico anche io, ma se tutti, e anche io, lo troviamo strano
non sarà per caso e solo per intuizione

strano davvero?

Si avvicina una primavera  piena di sorprese attendo
con quasi gioia l'ennesima storiella divertente
che cullerà i miei futuri incubi ma a tutto, pazienza:
sono la nuova parte di me quindi
pensate agite e dite, come credete opportuno.

In pace, nella mia natura di carta, comunicatemi tutto,
ascolto sempre mentre sfioro fotografie
dimenticate di colori,
bello
sarebbe
meritare più valore, bello sarebbe meglio
il solo accorgersene.

venerdì 22 marzo 2013

da est,

scrivo nella stanza dell'orrore l'unica cosa dipinta
con toni più scuri di Lutetia, mi fa paura, e mi piace tantissimo, ovviamente.
Chissà perchè questa paura si unisce sempre bene
con una stranissima sensazione di piacere, non lo so,

questa camera, proprio qui, e nemmeno è stato fatto apposta è

non posso negare quanto tutto mi ricordi te, questo buio, questo rosso non
riuscirò mai nemmeno a capire come
per la prima volta il mio nome in un saluto mi sia sembrato
cattivo.
Non posso negare che lo splendore di queste luci era amplificato per me
e per quella manina che ci stava accanto, non credo nemmeno
di riuscire a dimenticarlo.
Quello che so

è che io sono diventata grande e che
leggere in pubblico qualcosa di così
privato, funziona,
la timidezza è graziosa, ma forse è ora di crescere.

Presto sarà solo
un altro  ricordo che penserò
di avere sognato.
Nessuna spiegazione,

allora ecco io adesso

ti divido da qui, da questo luogo orrore magico, da
me.
Non posso nemmeno negare che mi manchi.

Ma adesso sono io più importante, io che faccio progressi io
che finalmente, a tratti, mi mostro,

ancora una volta, solo un addio, e solo anche
per essere gentili,
vorrei chiederti tante cose, ma è ancora troppo tardi e
comunque, non avrei risposte,
il nulla,
d'accordo,
peccato.

Mi domando se valga davvero la pena questo crescere, questo
diventare grande perchè
ogni tanto mi trovo a sospirare di nostalgia
nell'età in cui bastava uno sguardo.

domenica 10 marzo 2013

giorni tristi.

Mi hanno mostrato come
alla morte, si reagisca con la vita.

Me lo hanno mostrato due splendide giovani donne
coraggiose di un coraggio
che ammiro profondamente io
che davanti a tutto mi spavento, ma che davanti a tutto consiglio e
mi sento forte, nulla.
Questo coraggio, questo loro, coraggio, era più forte
persino della morte.
Perchè hanno accettato la vita.
Hanno reagito con, la vita.
Davanti al nulla, all'ingiusto, a ciò che non ci è dato di comprendere io ho visto
due esili fanciulle bionde vicine come un'unica essenza, di corpi leggeri,
così unite da essere contro anche ciò
per il quale esisterebbero solo lacrime.

Eri bellissima, e sempre sorridente, e così tutti
ti ricordiamo, dolce di una bontà oltre ogni dispetto.

Alla morte, si ragisce con la vita perchè
un lutto va elaborato, e lo si elabora forse
vivendo, abbracciando baciando sentendo,
accettando l'affetto di una numerosa famiglia.
Alla morte si reagisce con la vita, con continui scopi
per andare avanti, e con una sorella che è parte stessa della tua anima.

C'è chi ti ricorda giocare da bambina, io preferisco il tuo viso che sorride
nei tuoi occhi azzurri classici del nostro ceppo.

Ambisco a essere della stessa natura, delle stesse reazioni.
La vita, solo fino
alla fine.
Una famiglia meravigliosa, forgiata da quelle favole
che a tutte noi, raccontavano, forti di ricordo contro ogni male, forti di quei ricordi
come un dopoguerra.
Solo, speciali.

mercoledì 6 marzo 2013

...da una nuova finestra,
quasi sembra diverso.
Lo so, che non sono chiara, ma non so perchè
continui a restare distante.

Ti ho chiesto una tregua,
mi sembrava di essere stata molto educata.
Nulla.
E dire che dovrebbe essere tua, la mancanza.

Mi domando se per caso hai letto il blog e hai tolto la foto perchè
è successa un'altra cosa strana, che comunque lo sarebbe troppo
intendo strana, per essere reale.
Però me lo domando, comunque.

Tra scatoloni, orari da inferno, freddo ghiacciante, si esce dal portone
come da un albergo carino, in vacanza, in un strada affollata
dove tutti corrono.

Non so se sia una cosa bella.
Le foto sono traditrici,
e anche le amicizie, spesso.
Avresti fatto bene a concedermi una grazia, quanto più
perchè mi spetterebbe di diritto.

Scrivo, scrivo, vorrei leggessi, come posso comunicare con te,
occhi chiari così lontani, sconosciuti?

Dalla finestra si vede una magnolia.

Tutti, mi mancate, perchè a pensarci mi avete insegnato qualcosa e
mi avete portato in posti così magici per i quali
non meritate nessuna colpa.
Contattami, abbiamo lo stsso rosa cipria di immagine, sarebbe divertente,
solo per parlare,

voglia di un viaggio in un posto che amo, con una bella amica dai capelli ricci.
Attendiamo.

martedì 5 marzo 2013

buon compleanno bau!

Belle treccine.

Ero sicura, ma davvero, e non so perchè, che mi avresti fatto gli auguri.
Come scusa, ovviamente.
Non è accaduto, e ci sono rimasta male, perchè?
Non lo so, così come non so perchè

tu non riesca a dirmi la verità, o perchè non esista mai

niente di certo, nemmeno un invito, o nemmeno e peggio, un addio.

Ti vorrei chiaro, ma per questa incertezza di confusione senza nomi dove
tutti, forse, si sentono chiamati in causa sappi:
io non so chi tu sia, quindi:
scrivimi.

Non mi tolgo dalla testa i tuoi occhi chiari.

Il non conoscerti non è stato bello, è sempre
come sbagliare mira al luna park, si avvicina si
ma io volevo sempre
il premio proprio accanto.

Trattenere le lacrime fa venire male di pancia.
E se mi volete, mi si invita invitandomi perchè
io ci soffro terribilmente, dei dubbi.

Ti penso sempre come di un mare
di cui non conosco il gusto, e di cui non riesco
a capirne il senso, colpa ancora
del vento?
Se solo lo sapessi.
Bellissimo, un blog.
Leggi leggi,
dormi dormi.
E non mi conosci.
Carina.

venerdì 22 febbraio 2013

un dimanche à Venise,

tutto cambia, tutto resta uguale.
La tua espressione, e nessuna chiesa museo strada.
Forse solo, si sposta.
Addio a un antico affezionato, benvenuto a un nuovo
dal profumo aperto, di aria.
Tra tetti appena nascosto, e di luci su grigioazzurro, largo.
Lasciare andare, è difficilissimo.
La tua espressione e ogni dettaglio discorso scena abito e
parola, ovviamente, che mi ha condotta
qui, forse
aveva un senso che ancora non so definire.
Ci si incontra nei momenti sbagliati.
E i momenti si ripetono, ma ancora, sono sbagliati.
Non so se ci si possa incontrare nel momento giusto,
credo piuttosto che il momento giusto sia solo personale, unico.
Tutto cambia, tutto resta uguale.
Come la tua espressione e anche, proprio adesso che il passato bussa
in meravigliose fotografie, ci penso ancora
a questi strani legami inesistenti, fatti di sole frasi, o città amate, o vento.
Ancora, il momento sbagliato.
Vorrei potere dire che sarebbe ora
di farlo diventare giusto, questo momento, ma
sarei d'accordo solo io.
Tutto prende comunque forma da se', a dispetto di ciò che facciamo, e vogliamo,

eri la mia amica più intensa, quella di ogni città, di ogni scuola, di ogni crescita e
di te ho ricordi preziosi come i tuoi sogni, come il tuo lavoro.

Tutto cambia, tutto resta uguale: ti penso allo stesso modo, e lego città a ricordi, a sorrisi e
a persone che vorrei incontrare.

Persone che vorrei incontrare che hanno qualcosa di simile proprio
a tutto questo passato di ricordi sorrisi
e città.

lunedì 11 febbraio 2013

sale sulla neve,


ci risiamo.
Ci risiamo, tutto è di nuovo coperto.
Pulito.

Questo bianco incessante sta diventando
una purificazione ossessiva.
Sembra continuare, in tempesta, sembra
scendere solo per
rivestire errori, in candide gelide dita.
Troppo, incessante, ha il gusto solo
di errori continui, e lei pallida, fredda, fatta
di sola acqua, eccola, arriva a nascondere.
Mi sembra ci siano ancora cose da nascondere e lei
pallida, fredda, fatta
di sola acqua, me lo ricorda, quando torna a posarsi
calma, perfetta.
Sempre, me ne accorgo, la vedo, la sento.
Non so se questo coprire sia
una sorta di benevolenza o
solo uno scontroso scherzo di un cielo di febbraio
dalla lunga memoria.

Ci risiamo.
La verità è che facciamo facciamo facciamo e facciamo e
vogliamo sempre, ottenere l'oggetto del nostro desiderio.
E nel fare fare fare e fare e assolutamente volere, alla fine
può succedere anche
che l'oggetto del desiderio, lo si ottenga davvero.
Ma la natura umana è senza consolazione e
desiderio avuto
proprio qui, nelle nostre mani,

non lo si vuole più.
Ci si accorge forse che non valeva niente e mi piace sempre pensare
che ci si accorga solo che
quello che valeva, era il fare fare fare e fare e assolutamente, volere.
Una seria e rigida ricerca.
Forse è per questo che sono desideri, vivono solo
nell'attimo in cui li cerchi perchè
è quello che li anima.

Sale sulla neve, brucia comunque,
pattino come un gattino su un pavimento lucido e mi sento anche
chiacchierarmi a voce alta piccoli urletti di paura
ogni volta che sto scivolando.

domenica 3 febbraio 2013

Lasciare andare,

dietro al mobile settanta bianco con vetri, dietro la parete dietro
al mobile settanta bianco con vetri, c'è la stanza del rumore.

C'è una stanza nascosta, non classificabile in nessuna tipologia
di appartamento di questo strano palazzo, una stanza dove
non esiste nulla.
Una stanza nulla, senza uso, e misterioso è
il suo creatore.
Una stanza inspiegabile.

E una stanza dove
a strani intervalli di ore improbabili
succede rumore.
Rumore indefinito sembrano
giochi di palla che rimbalzano contro il muro o
immagino, alle volte è
rumore che gira, rumore che vibra e
soprattutto e sempre
rumore di voci.
Voci lontanissime, attutite di legno e
voci vicinissime, voci che conto
ogni respiro.

So che è una casa.
Vedo entrare e uscire persone che non so unire, adesso,
mentre scrivo, sembra un litigio,
è divertente come
essere in libro dal contenuto segreto.
E pauroso perchè
non sai cosa
potrà mai
esserci scritto.

Io, in un libro di pagine bianche che si scrivono mentre le guardo.
Tutto, dietro al mobile settanta bianco con vetri.
Una costante sorpresa di eterne domande.

Lasciare andare, si,
dimmi dove, chiuderò a chiave le parole e prometto
che non una sillaba ti sfiorerà oppure
lasciare andare, si,
dimmi dove, raccoglierò tutte le parole necessarie
e arriverò.
Oppure forse
sono io, a lasciare andare a dovere
lasciare andare,
lascio.
D'accordo.
Ciao!

Di mistero continua tutto a velarsi,
le stesse scritte, le stesse righe, le stesse storie in
tanti colori dove

differenti se si mischiano solo
a sfortunati casi.
Nell'anno novantasette, erano tante lettere scritte
in bella calligrafia ed era
divertente.

Oggi, busserei piano alla porta
della stanza del rumore e domanderei
alle curiose voci che la abitano
di mostrarmi come può accadere
questa altalena di suoni e parole,

lasciare andare.




sabato 19 gennaio 2013

Voglio giocare a cavalloni alla fine della pineta.

Cuore di tasca bucata, giovedì nell'ora più buia della notte
hai inclinato la testa colpendomi di silenzio venerdi
nell'ora più tiepida della mattina il nostro
spostarci, sembrava un passo di danza,
giovedì abbiamo sbattuto le palpebre deglutendo
singhiozzi e nulla venerdi
di nuovo e ancora, incantata a fissare quella nuca scolpita
e occhi azzurri senza dubbio.
E senza verde.

Mi manchi, o forse ti odio.

Mia acerrima nemica, quasi mi scordavo di te, è stato meschino
hai ragione, il mio farti elegantemente notare a voce alta
il tuo abuso di biondo.
Sono incerta tra lo scusarmi
e il nessun interesse.

Guardami, insonne o solo svegliata
perchè proprio, dovevo scrivere. 

domenica 13 gennaio 2013

Lepre, e Procione,

è verso le sette e trenta di un martedi sera che dice
"ambivalenza", illuminandomi finalmente
sul termine corretto.
Ma voglio davvero trovare un significato?
Voglio davvero sapere che tutto quanto, in realtà,
è stato solo un esempio perfetto solamente di
uno schema psicologico o peggio, come suona a me
da copione?
Conoscere il personaggio così, così
classificabile, lo rende poco interessante, spogliato
da ogni brivido e ridotto
a un banalmente triste concetto.
Non mi è nemmeno di consolazione, un ripetitivo
assolutamente prevedibile.
Forse sarebbe meglio chiudere tutto nella dimensione
di passato, dove a questo termine "ambivalenza" quasi
preferirei un solido "abbandono"o addirittura "follia".
Una dimensione chiara dove non esiste paura.

Chi hai conosciuto quando mi hai incontrata,
la Lepre, o il Procione?
Devi sapere che sono i miei animali simbolo:
la lepre è una bestiola tenera, tende a scappare e
a farsi fregare, il procione ahimè
riceve sempre un complimento
per quel suo musino grazioso e per quegli occhietti
cerchiati di nero ma
avvicinandosi,
probabile morda.
Così, non mi dispiace di essere scappata e
non mi dispiace nemmeno di averti morso.
Sicuramente sono eccessi ma
sono comunque animaletti molto carini.

Cari lettori, è tutto per ridere!

lunedì 7 gennaio 2013

ritagli!

Del destino
            le note ribelli                    
                      RACCONTA    
                                 feste,
                                   E adesso
                                             dice
                                                 lettere&peccato.