venerdì 7 agosto 2020

Sul sagrato mi sono voltata e tu eri novembre, la luce opaca nascondeva i brillii

dei tuoi vetri ricamati e tu oscura non sorridevi, austera, meravigliosa. 

Non mi hai mai raccontato di te, le storie, dicevi, le storie sei a tu a doverle cercare, 

guardami.

E io abitavo un cappotto colore di fiume e ascoltavo i tuoi disegni e ammiravo i tuoi sussurri e tutti, li accarezzavo gentile. 

Mi manchi. 

Ritorna. 

sabato 1 agosto 2020

Eppure le notti con te, nessuna paura.
Come se ogni male preferisse 
riposarsi, tacere, di fronte a te.
I giardini chiudevano sul finire
di un pomeriggio invernale, 
la nebbia chiara e i lampioni tristi, 
nessuno ci seguiva, 
nessuno ci guardava. 
Forse eri tu, a spaventare il buio. 
E se potessi avere la tua fortuna, 
il tuo coraggio, e il tuo non avere
mai, nessuno scrupolo

chiuderei tutto a chiave 
nella stanza accanto alla mia,
così che possa sognare tranquilla
e rispondere correttamente 
a ogni accusa. 
Senza ferirmi. 

È stato bello, e come tutte le cose 
che si dicono e che chissà perché 
ami ripetere solo
per dire, senza senso, così 
è stato, è durato, è finito.