martedì 23 gennaio 2018

Ho fatto un sogno in cui c'eri tu, che eri proprio tu, e tu
mi rivelavi i motivi della tua fuga.
Insomma quasi, ero io a parlare, io
nelle mie ipotesi assurde tu
solo annuivi e dicevi
si.
Quel si così costoso, cavato raschiando
a mani nude nella tua sciocca gola.
Pazzesco.
Mi arrabbiavo anche in sogno,
mi annoiavi, senza sorpresa, senza

Motivazione.
Ma colpo di scena: perché questa mattina mi sono svegliata e non c'eri più?
Le tue cose alcune, sono ancora qui, ma
la tua traccia, la tua presenza, tu
non esisti.
Non esisti più.
Forse era un altro sogno da lasciar andare.
Ma a chi non ha risposte io posso fornirle
perché, disgrazia, sono sempre le solite.
Tutte cosi uguali, senza tatto, realtà, come

Se davvero l'amore potesse finire
in un normale risveglio.
Impossibile.
Credo che tu abbia paura.
Che tu stia scappando.
Che tu tema il confronto.
E nella ovvia sconsolata delusione eccolo,
il tuo errore: tacere.
Un danno che non mi sento più di perdonare.
Tacere equivale a scappare a mentire a
fare di te
un vigliacco, genere che mi impegno
a evitare.

Se questo siamo stati noi, non  c'è cura.
L'essere umano non è fatto poi così bene e i valori, non li conosci.
Ogni passo verso me sarà accettato,
ma fino ad allora

Per me sei come un fuggiasco traditore
che non ha coraggio.
E un uomo senza coraggio
non merita il privilegio

Della mia amicizia.

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