lunedì 29 aprile 2019

Un lungo addio,
dolce amore infantile mai sfiorato come

ti posso paragonare a solo
ferite male sangue tu

sei parole cullate in un amorevole sole ma

l'estate scompare nel buio e ricorda dolore, dimmi allora, avresti mai voluto
questo?

Un fiore di cui ti vergognavi, bevevi un sorso acido e sempre

morivi senza respiro, inutile,

il petalo di ogni rosa era perfetto e tu

ne restavi prigioniero, ignorato e deriso.
Sei diventato spina velenosa.

Un lungo addio così lungo che il tempo

non trova fine e adesso dormi, dimentica,

non vali la sofferenza di nessun cadere.

lunedì 4 marzo 2019

Non dorme il dispiacere nel cielo infuriato
di un compleanno.

Muore il ricordo nella disperazione di un addio, sangue pulsazioni sospiri,
addio.
Grazie, per ogni sogno regalato.





giovedì 31 gennaio 2019

Sai ti ho pensata. Mi domandavo chissà se questa ragazza sa come uscirne. 

Usavi queste parole per descrivermi, una sera tardi in un palazzo dal cortile nascosto.

Non ho mai avuto dubbi su di me.
Ne ho ancora tanti, troppi, su di te.

Uscirne alle volte è tristissimo, è un abbandono, e mi domando se tu sia mai entrato, se tu sia mai stato in quel mondo meraviglioso.
O se lo narri solo da fuori.

Io mi tuffo di testa, tu scappi senza salutare.
Ti diverti davvero?

sabato 15 dicembre 2018

Perché pensavi non fosse colpa del freddo: nascondere non è mentire.
La tua giustificazione, urlata striminzita ormai fuori da ogni misura.
Sapevi che nascondere, per me, è reato.
Così hai nascosto, e hai mentito. Tu.

...tutto quello che fai anche
la banale delicatezza di quel sospiro, tutto quello che fai tu
lo fai per farti notare. Tutto.
Sei una costruzione, e ne accusi l'eccesso: forte, ma senza sentimento.
Avresti potuto pensare che ti guardassero
per quei tuoi occhi così chiari avresti
dovuto aspettare che si accorgessero
che la tua bocca sembra sorridere
quando ti tocchi le mani.

Orrendo è sapere a cosa hai rinunciato
per ottenere appena un misero sguardo
che presto toccherà un altro volto e a te
fiero e arrabbiato, cosa

sarà rimasto.

venerdì 7 dicembre 2018

Fatemi parlare con il direttore.

Fatemi parlare con il direttore il capo il proprietario il responsabile.
Voglio dirgli che è stato ingiusto, crudele,
e mi ha mentito. Il suo mondo sleale tortura vittime innocenti con assoluta incuria.
Voglio dirgli che un giorno mi lascerà un fiore, forse, a onorarmi, e Caro Direttore Capo Proprietario Responsabile, ricordati

solo, che siano rose.

in memoria

giovedì 4 ottobre 2018

Ci sono i muscoli, poi le giunture.
Poi la speranza, e il combattere e
quell'orrendo senso di
posto sbagliato, momento inopportuno.
E poi ci sei tu, che non conosco, e
mi spaventi.
Mi spaventa il tuo non scorrere, mi spaventa il tuo cambiare idea, e
mi spaventa il tuo volermi diversa.
Quando diventi mostro.
Quando non conosci il limite.
Quando dimentichi, con crudeltà,
il mio valore.
Il tempo ti lascia spettro, invecchiato
nel tuo pensarti degno
della mia attenzione.
Errore.