lunedì 19 settembre 2016
Quella fine di qualche foglia, si sente nell'aria, è buio così presto.
L'estate non nasconde nulla.
Ho paura, delle altre stagioni, così vulnerabili, sensibili.
Così impulsive, non sai mai
cosa aspettarti.
Non so cosa
si portano in valigia
ogni volta che tornano.
Ti ho scritto qualche parola, ma era una musica
nostalgica come questo tempo, sei lontano, e mi manchi.
Non ho ancora deciso se capisci o se lasci stare, se non ti importa, se, non so.
Sto cominciando a dimenticare.
Succede con qualche dettaglio, e poi
interi giorni, momenti storie vestiti.
Sto cominciando a dimenticare.
Anche io, forse, non capisco, lascio stare, non ho importanza, non so.
Cosa devo aggiungere evitare marcare, tu
mi vedi come quel mostro
che di te nutre gioioso quella orrenda maleducata cattiveria
di cui sei in tanta parte fatto.
Quella che vuoi ignorare, in tutti quei sorrisini
ini ini
fintini
ini ini.
Preferisco le parole alle persone, i sogni alla realtà,
e queste pareti rosa
a ogni sconfinato cielo.
Non farmene una colpa, tu
mi vorresti proprio così, preziosa rinchiusa zitta e
da osservare, forse, ma solo se così immobile
da non poterti ferire.
La dimenticanza, tutto qui.
lunedì 5 settembre 2016
Ti chiamo la notte,
non ricordo di avere un cuore.
Se non battesse così rumoroso, così
pesante, non saprei nulla.
Mi sembra triste mi sembra
stia facendo tutto questo chiasso
solo per avere attenzione.
Ti chiamo la notte,
questo incessante pulsare, ritmico e
stanco.
Qualche volta lo immagino, immagino
il suo muoversi perfetto ma io
non lo conosco.
Ti chiamo la notte
per calmarlo, o per sapere davvero se esiste.
Queste parole me le hai scritte tu,
in un dicembre di sorrisi e neve.
Non ho luogo.Non ho scena.
Non ho nemmeno un cartonato come sfondo.
non ricordo di avere un cuore.
Se non battesse così rumoroso, così
pesante, non saprei nulla.
Mi sembra triste mi sembra
stia facendo tutto questo chiasso
solo per avere attenzione.
Ti chiamo la notte,
questo incessante pulsare, ritmico e
stanco.
Qualche volta lo immagino, immagino
il suo muoversi perfetto ma io
non lo conosco.
Ti chiamo la notte
per calmarlo, o per sapere davvero se esiste.
Queste parole me le hai scritte tu,
in un dicembre di sorrisi e neve.
Non ho luogo.Non ho scena.
Non ho nemmeno un cartonato come sfondo.
venerdì 12 agosto 2016
Bello saperti
in così tante parti del mondo.
Ma insomma si sa tutti
vanno nello stesso posto,
come fate, seguite una tendenza?
E se vi incontraste?
Agghiacciante.
Non mi deludi più, so che sei così, banale, e da banale
quale straordinaria emozione potrebbe mai illuminarti anche
cercandola in un altro mondo?
Non la vedresti. Resteresti con la faccia
lucida del tuo essere prevedibile.
Belle le sere di agosto tu
vattene vattene
vattene nel tuo fastidio
"del non vivere non non e non"
che conosco e che
mi disturba, in questo tiepido silenzio,
vattene, lo spettacolo è terminato.
I segreti troveranno le loro culle,
e si, è chiaro, si paga per ogni errore,
che domande fai?
Ma tu, banale e fortuna, sarai invecchiato,
non varrai più nulla come proprio già
non vale
ogni tua tristemente consunta bugia.
Chiudi i tuoi debiti.
Sii felice. Forse.
in così tante parti del mondo.
Ma insomma si sa tutti
vanno nello stesso posto,
come fate, seguite una tendenza?
E se vi incontraste?
Agghiacciante.
Non mi deludi più, so che sei così, banale, e da banale
quale straordinaria emozione potrebbe mai illuminarti anche
cercandola in un altro mondo?
Non la vedresti. Resteresti con la faccia
lucida del tuo essere prevedibile.
Belle le sere di agosto tu
vattene vattene
vattene nel tuo fastidio
"del non vivere non non e non"
che conosco e che
mi disturba, in questo tiepido silenzio,
vattene, lo spettacolo è terminato.
I segreti troveranno le loro culle,
e si, è chiaro, si paga per ogni errore,
che domande fai?
Ma tu, banale e fortuna, sarai invecchiato,
non varrai più nulla come proprio già
non vale
ogni tua tristemente consunta bugia.
Chiudi i tuoi debiti.
Sii felice. Forse.
mercoledì 27 luglio 2016
Facile come un giorno d'estate.
Quando è successo, che vi siete dimenticati
di me, nonostante ogni mia attenzione ogni
mia premura, voi
vi siete dimenticati di me, quando?
Poca importa il valore di cui tanto
mi avete forgiata, ora mi apparite
solo, tristemente, persone
che non mi apprezzano più.
Facile come un giorno d'estate quando
c'è luce, così, fino a tardi.
Ma adesso quel vento mi fa paura.
Ti racconterò una lettera, un giorno, perché
questa pesante anima randagia
si lega solo ai ricordi.
Mi dici di sorridere mi dici
che sono cupa ma
davvero non vedi questa orrenda oscurità
con la quale mi avvolgi senza mai
tatto
scrupolo
tenerezza?
Quando è successo, che vi siete dimenticati
di me, nonostante ogni mia attenzione ogni
mia premura, voi
vi siete dimenticati di me, quando?
Poca importa il valore di cui tanto
mi avete forgiata, ora mi apparite
solo, tristemente, persone
che non mi apprezzano più.
Facile come un giorno d'estate quando
c'è luce, così, fino a tardi.
Ma adesso quel vento mi fa paura.
Ti racconterò una lettera, un giorno, perché
questa pesante anima randagia
si lega solo ai ricordi.
Mi dici di sorridere mi dici
che sono cupa ma
davvero non vedi questa orrenda oscurità
con la quale mi avvolgi senza mai
tatto
scrupolo
tenerezza?
domenica 19 giugno 2016
mercoledì 8 giugno 2016
Non c'è più niente, da fare.
Partire. Dormire. Dimenticare.
Litigi assurdi si animano di colpe e cattiverie
in mio unico onore, e il rinfacciare, l'arte terrificante del rinfacciare. Che stile.
Non mi sta bene chi nel torto aggredisce,
è un meccanismo, ma non una scusa.
Il mondo continua a proseguire in un senso
che non mi piace, tu non mi stai ascoltando,
non mi adeguo, senza comprendere sempre
fuori luogo, sempre fuori da ogni luogo, anima arrabbiata con voglia di mordere. Lo so.
Ma se il tuo cuore battesse potresti
vedermi davvero.
Mi sono sbucciata un ginocchio, il sangue racconta piccole immagini sulla mia pelle, e
certo, che fa male, ma
non odio questa contusione, e non la dimentico, quando smetterà di ferirmi
diventerà rosa, liscia. Non griderà più.
E sarà stata una storia, di una forma fantasiosa.
Partire. Dormire. Dimenticare. Perdonare.
domenica 5 giugno 2016
Ho riletto le tue scuse: ventisette righe.
Ventisette righe di assurdità per nascondere solo qualche parola, che mi sembra di vedere rossa, sottolineata, così chiara tra le ventisette righe di protezione.
Certo che lodo amo e sento la nostalgia
del passato.
Ma adesso, non posso più tornare indietro.
Ventisette righe di assurdità per nascondere solo qualche parola, che mi sembra di vedere rossa, sottolineata, così chiara tra le ventisette righe di protezione.
Certo che lodo amo e sento la nostalgia
del passato.
Ma adesso, non posso più tornare indietro.
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