mercoledì 21 luglio 2021

Mi è rimasta quella cosa carina 
che mi hai scritto una sera, 
mentre rientravi a casa:
Che bello vedere la tua luce accesa. 
Guardare in alto, e sapere che ci sei.
Una scena che racconta di buio e finestre, 
e immancabili lucine. Me. 
E tu che te ne accorgi, sorridendo. 

sabato 17 luglio 2021

Mi hai mentito.
Mi hai ingannata.

No, non è che:
L'attesa, se diventa troppo lunga, non è mai piacevole.
Ma che: l'attesa, se diventa troppo lunga, significa delusione. Maleducazione. Anche un po' pena, dai, perché in verità, non avete niente da dire. Niente. 
Solo scuse, bugie, silenzi. 
Certo, che possedete un'anima, ma quanto corrotta? 

mercoledì 30 giugno 2021

P. mi ha sgridata perché amo il passato, perché amo restarci dentro, a ricordarlo. A riviverlo. Dice che è durato un attimo, e poi
che ormai, è troppo lontano.

Quando gli ricordo un nostro momento viene assalito da una nostalgia rabbiosa che lo fa infuriare con tutti. Anche con me, certo.

Lo so, che siete andati avanti. Tutti. 
Anche tu, e Mary. E vi piace, forse. 

Ma a me, a me fa schifo. 
E mi chiedo che passato abbiate avuto, se preferite questo orrore di presente. 

Io nel passato ci stavo bene. 
Le mie vie, i miei disegni, i miei sogni, e poi

tu. Tu e la tua voce che sogno ancora identica. Così intensa, divertente, dolce. 
Sì, su questo, P., ha ragione. 
Tu, te ne devi andare. Oppure tornare. 
Insomma, deciderti.
Ma sei sempre così ovunque. 
E così inesistente. 

venerdì 25 giugno 2021

Insistevi crudele sul guardare meglio,
sul vedere di più, insistevi quasi urlando, 
e pretendevi una attenzione al limite del terrore. 
Mi hai costruita così, hai cambiato volto, ruolo, anno. Sei stato tante persone. 
Tutte uguali. 
Le stesse parole, lo stesso obbligo. 
Poi, lo stesso abbandono, quando mi scoprivi finalmente adatta. Quando ti accorgevi che non potevi più nasconderti. 

Ripetute identiche sono state le delusioni, i tradimenti, e quel destino di osservatrice è diventato un'ossessione dalla quale non potrò scappare. E tu mi chiedi 
perché non dormi la notte? 

Vedrò sempre, che stai mentendo. Sempre. 



lunedì 21 giugno 2021

In Rue Lepic avevamo comprato un giornale perché volevo i capelli come l'attrice in copertina.
Poi il giornale è andato perduto, forse abbandonato in una stanza. 
Anche tu, sei andato perduto, ma non so dove.
So invece che si perdona, sì, ma poi

Nessuna fiducia. Cosa accade a esigere cose che non ci sono dovute? Nessuna fiducia. 
Hai esagerato, anche se quel giornale disperso me lo avevi comprato tu. 
Anche se mi conoscevi. 

Poi abbiamo preso città diverse e quella via, con te, ha smesso di esistere. 
E adesso mi dici basta, basta con il tuo romantico passato, è passato, basta. 
Forse stai bene, e basta. 
E concludi con un I do love Mary che mi lascia lontana da te come ogni cosa 
di quel passato, passato. 
In Rue Lepic, tra le case di mattoni rossi, e in quel vento che non conoscerò. 

I tuoi occhi sono solo appena più scuri, come se fossero invecchiati. 




domenica 20 giugno 2021

Una bella bugia, avventurosa, capace di attirare curiosità, 
non la sai dire. 

Vivi di contrattempi in un destino che obblighi a rendersi colpevole dei tuoi torti. Un destino nominato ingiusto da uno qualunque. Come te. Uno qualunque, come te. Ma che diritti hai? 

Ti avevo promesso un blog letterario, 
ma adesso preferisco nuotare nel tema del tuo disgustoso ego, e ti lascio lo stesso finale poetico che mi hai dedicato tu: fuck! 



lunedì 31 maggio 2021

Tutte le notti, alle 2.33, mi sveglio.
Sto sognando sempre fughe, o nascondigli, o rumori orrendi, insomma, sono nel mezzo del terrificante. 
E mi sveglio, ancora impaurita, e alcune persone mi appaiono nelle mente come immagini felici di contrasto: un giorno di estate per le strade assolate con GM., un viaggio per la città in auto nel buio con G., e poi penso a cosa si dicono i gatti quando si svegliano anche loro, la notte. Ma i gatti non mi guardano.
Tu, invece, avresti saputo consolarmi, perché dicevi che alle paure bisogna offrire dolcetti zuccherati. Ma tu, tu eri tu, in quella casa colore della luce, protetta da quella porta di vetri lavorati senza riflesso, cupi. Forse era la porta, a proteggere il tuo sonno. 

Dalle 2.33 aspetto il mattino, e intanto che il buio diventa più buio, GM. e le strade assolate mi disturbano in una immaginaria afa senza respiro, e G. nella macchina che corre nella città mi appare troppo veloce, senza controllo.
Poi, spunta un po' di luce. E io vi ripongo tutti nei vostri momenti senza più emozione, dimenticati. Un po' soli. 

Tutti, ma non tu, tu sei sempre sorridente, e spargi zucchero a velo su biscottini rosa con grazia, nel gesto di piccole benedizioni.
Lo zucchero non cade mai fuori dai bordi, noto questo, quando ti osservo, la tua concentrazione mi sembra così impossibile. E in un istante, mi ricordo di cosa è successo. Ma se tu, adesso, fossi reale?