mercoledì 15 ottobre 2025

Ti giudicano isterica ed emotiva perché donna. Quando, gli uomini smetteranno di considerare i diritti di tutti come un favore che gentilmente si fanno il gravoso carico di concederti?

E se poi vi vantate tanto di questo potere di concedere favori, perché non lo fate? Se potete fare qualcosa, perché non lo fate mai? Ah, già lo fate, scusate: solo se ci portate voi a casa il vostro guadagno. Alla faccia dei favori. Mai, che pensiate che il bene di qualcuno che meno può, significa anche il bene di tanti. Favori.



mercoledì 3 settembre 2025

Sì soffre la fine, di qualunque cosa essa sia: un amore, un giorno, una stagione.

martedì 29 luglio 2025

Ci avevi dato un passaggio, una sera d'estate, da uno di quei locali lontani da tutto persi nei parchi -come erano belli, e che terrore, avrei adesso, ad andarci. Ma forse non esistono più, era un altro mondo- ci avevi riportate in città e per tutto il viaggio avevamo litigato, tu eri così odioso, così crudele, e io cercavo di non soccombere alla tua arroganza. E poi mi sono improvvisamente ricordata: il momento esatto in cui ti avevo visto la prima volta, quella sera. Ti eri presentato alzandoti e porgendomi la mano ed eri così bello, così perfetto nel gesto, che non ti avrei mai dimenticato. Non avrei ricordato te come persona, ma solo quel preciso istante. Quella sera accadde qualcosa, a noi tre, che sembrò sigillare il momento in un per sempre inspiegabile. Ogni volta che ti incontravo mi ricordavo, di te, ma non sapevo definire dove e come fosse successo. E il tempo, passò. Fino alla notte del passaggio. La mia voce si era calmata.
-Eri tu, quella sera?
-Sì, ero io.
Anche la tua voce, era diventata calma.
Avevo sorriso, come se avessi finalmente risolto un mistero oscuro.

E poi non ci siamo più trovati. Tranne quando guardo la foto, quella foto: voi due, il palazzo d'epoca, la via che conosco, il tram sullo sfondo, e un mondo durato tutto. Ciao, F., ciao.

martedì 15 luglio 2025

Ricordi stagionali, cose serie rimandate, un sottofondo spaventoso di abbandono: estate.


mercoledì 11 giugno 2025

C'è questa foto, di te con F., scattata sotto casa tua. Riconosco il palazzo d'epoca, che -non è casa mia ma di mia nonna- dicevi, e riconosco anche il tram che fugge dietro voi.  
Lo so, che non è colpa tua, che le cose vanno così, che era un mondo diverso. Ma era un mondo bellissimo. No, non sei mai stato ingenuo, dolce: sei sempre stato un mostro. Solo che in quel momento non potevi permetterti di mostrarti, non ancora. Poi ti hanno dato potere, e quanto avresti potuto fare cose buone. Invece il mostro è diventato invincibile e le cose buone non le hai fatte, anzi, cosa ti hanno chiesto in cambio? Il tuo viso non nasconde un patto ormai scaduto. Mi dispiace. Io di te ricordo ogni dettaglio: la tua voce e la pronuncia, come ti cadevano addosso i vestiti sulla tua magrezza, le tue dita sottili, il tuo inseparabile orologio. Ma soprattutto penso a te quando ho un problema con le tapparelle: ne avevi una bloccata, quella della tua camera, e chissà perché non la facevi sistemare. Adesso, che ovunque vada ne incastro o ne rompo una, mi fai sorridere: tu la bloccavi alzata usando dei libri. Deve essere una della tue tante maledizioni di cui non mi libererò mai. Ma in verità, chi mai vorrebbe essere libera dal tuo ricordo?