venerdì 31 dicembre 2021

A Capodanno usciamo, appena dopo mezzanotte appuntamento in fondo alla via, nelle strade il buio è stravolto da fumose nebbie rosa, assordanti, spaventose. Tu sorridi, occhi chiari, attraversiamo la città nel nulla. Sei appena tornato da Londra, e guidi da voltastomaco. Capitiamo in un salottino intimo e dolce, gin ghiacciati, jeans strappati. E tutte le tue storie divertenti.

A Capodanno sono a casa tua, un minuscolo appartamento che pare fatto solo di una finestra, piccola e sproporzionata, di quelle che se guardi giù ti sembra di cadere. Telefono a P., lei vive a Firenze ed è sempre bellissima. Nevica e nella neve andiamo al lago, tutta la città di traffico, umido, buio. Non c'è niente di divertente.

A Capodanno non ti conosco. La strada è desolata, e non mi importa. I rumori mi spezzano il respiro, ma tu, che non mi conosci, non puoi sentirlo. Sicuramente ha qualcosa di divertente, di orrendo, e divertente. 

Vi auguro molti battiti di cuore, molti sbattere di ciglia, e qualche parola dolce da gustare come squisite caramelle. 

lunedì 6 dicembre 2021

 

La prima canzone tua che ho sentito mi ha fatto l'effetto di una terribile caduta sull'asfalto. Era estate, e stavo andando al fiume a prendere il sole. M. guidava spigliata e bellissima, la strada saliva ripida di curve e tu, ecco, tu eri nell'auto a urlare strofe incomprensibili e io cercavo di capire cosa dicevi, la tua voce, la tua voce mi graffiava. Che fitta, sentirti così. Eri finalmente libero, tu. Non dovevi più fingere. Non esisteva più timidezza. Una liberazione: avevi ufficialmente una scusa per essere quello che eri davvero. Cattivo. E io un po', mi sono sentita sollevata, felice di non avere ceduto al tuo fingere. Ti credevo, un tempo, vedevo la lotta che avveniva dentro di te, e i pochissimi momenti buoni che ti scappavano fuori senza controllo da tutto il tuo odio. Sapevo già, che non avevi cura, rimedio. Non c'era niente da fare. E adesso che dici di essere davvero l'orrore che appari, mi sembri in pace. Sincero, vero. Che storia triste. 

domenica 31 ottobre 2021

 

E il sogno divenne cupo
fuggivo, dentro un cuore
pulsava nel buio,

ma nulla fu spaventoso
come svegliarmi, e accorgermi
che era tutto, finto. Finito.

domenica 24 ottobre 2021

 

Un giorno mi sei venuto in mente, e così ho scritto una storia che aveva te come protagonista. Solo che per qualcosa che non mi spiego, la storia è uscita triste, e cattiva. E tu sei diventato dolce, buono, come invece non ti ricordo affatto. Chissà. Forse dovevo in qualche modo farti del male, come a rimetterti nel tuo giusto ordine, in quello che è stato. Ma la storia è uscita anche piena di bellezza, come eri davvero tu, e allora ho pensato che tutto andava al suo posto da solo, anche se dopo tanto tempo, e con fatica. E alla fine, all'ultima riga, ho pianto. 

È una storia che ti sarebbe piaciuto ascoltare, e comincia con te, Alex, che vivi in una città meravigliosa e crudele.

lunedì 20 settembre 2021

C'è questa foto che mi è capitata così, una mattina fresca di un mese di commiato.
E in questa foto ci sei tu una vita fa, e per un attimo mi sono ricordata di tutto quello successo nello stesso anno della foto, una vita fa. Ti ricordi la notte in San Marco?
Io mi ricordo ogni momento. Le case in cui abitavo, una accanto alla Porta Bella della città, una nella strada dietro al Fiume, e una che spuntava dal Viale Alberi. Mi ricordo i portoni di ingresso, le corti, le scale, le stanze. I colori, le voci, e le atmosfere di ognuna. Erano tutte case diverse, tutte con storie diverse, tutte con qualcosa di me. E mi ricordo il tuo modo di camminare, il tuo accento, il tuo odore. Tutto. 
L'unica cosa che non ricordo è cosa vedevo fuori, da quelle case. Cosa guardavano le finestre di quelle case. Non ricordo la vista di nessuna, avevano mai avuto una finestra? Come se tu, personaggio costruito in una scena, fossi eternamente legato a un interno, chiuso in una stagione piovosa che cercava di nascondere quel buio che ti abitava. Bello. 

giovedì 19 agosto 2021

 

Onorate i morti, piangeteli. Custoditeli. Prima però, onorate i vivi. 
Sono i vivi, a meritare la vostra preghiera. 
Sono i vivi, a chiedere aiuto. Sono i vivi, ad avere bisogno di parole. 
I morti non ci sono più, ma nella loro assenza vi appaiono tutti eroi. Ingiusto. I vivi, non valgono la pena?
Che orrore. 
Sono sicura di essere già morta da tanto, per qualcuno. Fingere non spaventa. 

Lasciami una lacrima per sigillare il ricordo. 


mercoledì 21 luglio 2021

Mi è rimasta quella cosa carina 
che mi hai scritto una sera, 
mentre rientravi a casa:
Che bello vedere la tua luce accesa. 
Guardare in alto, e sapere che ci sei.
Una scena che racconta di buio e finestre, 
e immancabili lucine. Me. 
E tu che te ne accorgi, sorridendo. 

sabato 17 luglio 2021

Mi hai mentito.
Mi hai ingannata.

No, non è che:
L'attesa, se diventa troppo lunga, non è mai piacevole.
Ma che: l'attesa, se diventa troppo lunga, significa delusione. Maleducazione. Anche un po' pena, dai, perché in verità, non avete niente da dire. Niente. 
Solo scuse, bugie, silenzi. 
Certo, che possedete un'anima, ma quanto corrotta? 

mercoledì 30 giugno 2021

P. mi ha sgridata perché amo il passato, perché amo restarci dentro, a ricordarlo. A riviverlo. Dice che è durato un attimo, e poi
che ormai, è troppo lontano.

Quando gli ricordo un nostro momento viene assalito da una nostalgia rabbiosa che lo fa infuriare con tutti. Anche con me, certo.

Lo so, che siete andati avanti. Tutti. 
Anche tu, e Mary. E vi piace, forse. 

Ma a me, a me fa schifo. 
E mi chiedo che passato abbiate avuto, se preferite questo orrore di presente. 

Io nel passato ci stavo bene. 
Le mie vie, i miei disegni, i miei sogni, e poi

tu. Tu e la tua voce che sogno ancora identica. Così intensa, divertente, dolce. 
Sì, su questo, P., ha ragione. 
Tu, te ne devi andare. Oppure tornare. 
Insomma, deciderti.
Ma sei sempre così ovunque. 
E così inesistente. 

venerdì 25 giugno 2021

Insistevi crudele sul guardare meglio,
sul vedere di più, insistevi quasi urlando, 
e pretendevi una attenzione al limite del terrore. 
Mi hai costruita così, hai cambiato volto, ruolo, anno. Sei stato tante persone. 
Tutte uguali. 
Le stesse parole, lo stesso obbligo. 
Poi, lo stesso abbandono, quando mi scoprivi finalmente adatta. Quando ti accorgevi che non potevi più nasconderti. 

Ripetute identiche sono state le delusioni, i tradimenti, e quel destino di osservatrice è diventato un'ossessione dalla quale non potrò scappare. E tu mi chiedi 
perché non dormi la notte? 

Vedrò sempre, che stai mentendo. Sempre. 



lunedì 21 giugno 2021

In Rue Lepic avevamo comprato un giornale perché volevo i capelli come l'attrice in copertina.
Poi il giornale è andato perduto, forse abbandonato in una stanza. 
Anche tu, sei andato perduto, ma non so dove.
So invece che si perdona, sì, ma poi

Nessuna fiducia. Cosa accade a esigere cose che non ci sono dovute? Nessuna fiducia. 
Hai esagerato, anche se quel giornale disperso me lo avevi comprato tu. 
Anche se mi conoscevi. 

Poi abbiamo preso città diverse e quella via, con te, ha smesso di esistere. 
E adesso mi dici basta, basta con il tuo romantico passato, è passato, basta. 
Forse stai bene, e basta. 
E concludi con un I do love Mary che mi lascia lontana da te come ogni cosa 
di quel passato, passato. 
In Rue Lepic, tra le case di mattoni rossi, e in quel vento che non conoscerò. 

I tuoi occhi sono solo appena più scuri, come se fossero invecchiati. 




domenica 20 giugno 2021

Una bella bugia, avventurosa, capace di attirare curiosità, 
non la sai dire. 

Vivi di contrattempi in un destino che obblighi a rendersi colpevole dei tuoi torti. Un destino nominato ingiusto da uno qualunque. Come te. Uno qualunque, come te. Ma che diritti hai? 

Ti avevo promesso un blog letterario, 
ma adesso preferisco nuotare nel tema del tuo disgustoso ego, e ti lascio lo stesso finale poetico che mi hai dedicato tu: fuck! 



lunedì 31 maggio 2021

Tutte le notti, alle 2.33, mi sveglio.
Sto sognando sempre fughe, o nascondigli, o rumori orrendi, insomma, sono nel mezzo del terrificante. 
E mi sveglio, ancora impaurita, e alcune persone mi appaiono nelle mente come immagini felici di contrasto: un giorno di estate per le strade assolate con GM., un viaggio per la città in auto nel buio con G., e poi penso a cosa si dicono i gatti quando si svegliano anche loro, la notte. Ma i gatti non mi guardano.
Tu, invece, avresti saputo consolarmi, perché dicevi che alle paure bisogna offrire dolcetti zuccherati. Ma tu, tu eri tu, in quella casa colore della luce, protetta da quella porta di vetri lavorati senza riflesso, cupi. Forse era la porta, a proteggere il tuo sonno. 

Dalle 2.33 aspetto il mattino, e intanto che il buio diventa più buio, GM. e le strade assolate mi disturbano in una immaginaria afa senza respiro, e G. nella macchina che corre nella città mi appare troppo veloce, senza controllo.
Poi, spunta un po' di luce. E io vi ripongo tutti nei vostri momenti senza più emozione, dimenticati. Un po' soli. 

Tutti, ma non tu, tu sei sempre sorridente, e spargi zucchero a velo su biscottini rosa con grazia, nel gesto di piccole benedizioni.
Lo zucchero non cade mai fuori dai bordi, noto questo, quando ti osservo, la tua concentrazione mi sembra così impossibile. E in un istante, mi ricordo di cosa è successo. Ma se tu, adesso, fossi reale? 

lunedì 17 maggio 2021

Da quel luogo sconosciuto
che ti ha rubata una notte di inverno

Lo so, che stai sussurrando abbracci
e pronunci i gesti dolci
delle parole adatte, ma

Mi manchi. Lo so, che non ci sei, 
ma non riesco a capirlo, come se 

la mia mente ti avesse custodita nell'ultimo giorno di sole, a riposare, in un saluto. 
Ma tu non sei lì, non sei
in quel giorno, e
non hai salutato. 
Non hai salutato nessuno. 

Da quel luogo sconosciuto
che ti ha rubata una notte di inverno

Non potresti tornare? 


mercoledì 28 aprile 2021

Mi ricordo la stanza, ma non la via, dove
eravamo? 
E in taxi ridevamo, ma
chi era, con noi? 
I capelli rossi, e quella maglietta grigia
che avevo comprato nel negozio dei lampadari moderni, quello che
quello che anche quello, non esiste più. 

Di molti istanti, c'è solo buio. 
Ma era un buio bramato, fantastico. 
E quando nel momento riappare la luce ricordo solo sorrisi. 

Mia amica lontana, sento il tuo bellissimo abbraccio, una tenerezza purissima. 
Grazie. 

martedì 16 marzo 2021

Il balcone nelle mattine di estate
e quell'atmosfera rimasta un po' indietro, 
scale infinite di dubbi, e tutta la città 
vista dal tram. 
Le stanze. I disegni. Un po' di sogno. 
Grazie. 

giovedì 25 febbraio 2021

Oggi è il giorno
senza ritorno. Non tornerai mai

e da oggi, ti mando via io. Volevi il niente: sarà bellissimo. 


martedì 2 febbraio 2021

Bianchi tutti i fiori, e
nessun accenno, a questo troppo tardi.
Diventava sera dalla finestra e io
ti salutavo nella strada in discesa, buio, 
e respiro di vento. 

La tua casa, un libro di fiabe 
dalla copertina profumata. 

Arrivederci, cuore. 

giovedì 21 gennaio 2021

Dorme la stanza arruffata di incubi, 
notte appena oltre la finestra

l'insegna dell'albergo illuminata
il lampione impolverato 
la via in salita verso l'ombra della chiesa

e quelle parole così, un ricordo dimenticato
in un angolo di troppa meraviglia.