venerdì 17 maggio 2019

Possibile che tu non riesca a scegliere parole che non siano banali?
Le tue pagine comunque sono te: sgomitate, sorrisi obbligati, e tanta, tantissima, a temporale quasi, falsità.
Quando la vuoi far pensare, la gente pensa.
Ma tu la costringi in corridoi di storielle senza valore, è questo davvero che ti fa felice, o sei complice di un mondo che non vuoi cambiare?
Io per cambiare ho una stanza e più di idee, sono così ovunque, e tu dici che non vende.
Che sì, tu vuoi vendere, non creare.
Avevi ragione quando ti definivi solo un povero calcolatore.
Non hai nessuna fantasia. E cosa salverebbe questa recita orrenda?
Quella bellezza che triste per te, non vedrai mai.

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