Avevamo avuto davvero un nostro posto?
La panchina alla fine della salita a San Giusto, si vedeva la città, solo un lampione e niente, nessuno.
Il Belvedere del Castello, sommerso nel parco oscuro.
Il balcone affacciato sulla scogliera, il vento gelido, il mare immenso, stanze abbandonate.
O forse quel bar assurdo tutto rosa, o quello delle Balconate, da dove si guardava giù, e succedevano tante cose.
Comincio a dimenticare.
C'è un solo posto che mi resta nel cuore inciso come una ferita che sanguina oro, e aveva una tenda verde e un solo anonimo portone, da fuori. Tu, lì, non c'eri ancora. Ma c'è stato tutto, tutto il resto, tutto, e ancora e sempre.
E chi lo sa, adesso, cosa valeva di più.