domenica 23 novembre 2025

Un giorno te ne sei andato, e non mi hai detto nulla. Mi hai ricordato la neve, quando dopo giorni e giorni la ritrovi nascosta, e ti fa venire quel senso di disgusto e stupore: distrutta, sporca, eppure, ancora insiste. 

mercoledì 15 ottobre 2025

Ti giudicano isterica ed emotiva perché donna. Quando, gli uomini smetteranno di considerare i diritti di tutti come un favore che gentilmente si fanno il gravoso carico di concederti?

E se poi vi vantate tanto di questo potere di concedere favori, perché non lo fate? Se potete fare qualcosa, perché non lo fate mai? Ah, già lo fate, scusate: solo se ci portate voi a casa il vostro guadagno. Alla faccia dei favori. Mai, che pensiate che il bene di qualcuno che meno può, significa anche il bene di tanti. Favori.



mercoledì 3 settembre 2025

Sì soffre la fine, di qualunque cosa essa sia: un amore, un giorno, una stagione.

martedì 29 luglio 2025

Ci avevi dato un passaggio, una sera d'estate, da uno di quei locali lontani da tutto persi nei parchi -come erano belli, e che terrore, avrei adesso, ad andarci. Ma forse non esistono più, era un altro mondo- ci avevi riportate in città e per tutto il viaggio avevamo litigato, tu eri così odioso, così crudele, e io cercavo di non soccombere alla tua arroganza. E poi mi sono improvvisamente ricordata: il momento esatto in cui ti avevo visto la prima volta, quella sera. Ti eri presentato alzandoti e porgendomi la mano ed eri così bello, così perfetto nel gesto, che non ti avrei mai dimenticato. Non avrei ricordato te come persona, ma solo quel preciso istante. Quella sera accadde qualcosa, a noi tre, che sembrò sigillare il momento in un per sempre inspiegabile. Ogni volta che ti incontravo mi ricordavo, di te, ma non sapevo definire dove e come fosse successo. E il tempo, passò. Fino alla notte del passaggio. La mia voce si era calmata.
-Eri tu, quella sera?
-Sì, ero io.
Anche la tua voce, era diventata calma.
Avevo sorriso, come se avessi finalmente risolto un mistero oscuro.

E poi non ci siamo più trovati. Tranne quando guardo la foto, quella foto: voi due, il palazzo d'epoca, la via che conosco, il tram sullo sfondo, e un mondo durato tutto. Ciao, F., ciao.

martedì 15 luglio 2025

Ricordi stagionali, cose serie rimandate, un sottofondo spaventoso di abbandono: estate.


mercoledì 11 giugno 2025

C'è questa foto, di te con F., scattata sotto casa tua. Riconosco il palazzo d'epoca, che -non è casa mia ma di mia nonna- dicevi, e riconosco anche il tram che fugge dietro voi.  
Lo so, che non è colpa tua, che le cose vanno così, che era un mondo diverso. Ma era un mondo bellissimo. No, non sei mai stato ingenuo, dolce: sei sempre stato un mostro. Solo che in quel momento non potevi permetterti di mostrarti, non ancora. Poi ti hanno dato potere, e quanto avresti potuto fare cose buone. Invece il mostro è diventato invincibile e le cose buone non le hai fatte, anzi, cosa ti hanno chiesto in cambio? Il tuo viso non nasconde un patto ormai scaduto. Mi dispiace. Io di te ricordo ogni dettaglio: la tua voce e la pronuncia, come ti cadevano addosso i vestiti sulla tua magrezza, le tue dita sottili, il tuo inseparabile orologio. Ma soprattutto penso a te quando ho un problema con le tapparelle: ne avevi una bloccata, quella della tua camera, e chissà perché non la facevi sistemare. Adesso, che ovunque vada ne incastro o ne rompo una, mi fai sorridere: tu la bloccavi alzata usando dei libri. Deve essere una della tue tante maledizioni di cui non mi libererò mai. Ma in verità, chi mai vorrebbe essere libera dal tuo ricordo?

giovedì 10 aprile 2025

Quale sensazione ti rappresenta, in una parola?

Era notte: mi hai consigliato un luogo dove scappare, e mi hai assicurato che lì non mi avrebbe trovato nessuno. 
E poi  mi hai chiesto questa cosa della parola e della sensazione. Mi è sembrata una domanda quasi magica. Hai sempre avuto questo modo di fare un po' da ragazzino, un po' genere quel meraviglioso mondo che appartiene solo a chi crede ancora nella speranza. A chi sogna.
Lo avevi quando ti ho incontrato la prima volta in quel negozio in centro.
Lo avevi al concerto in fila nel prato.
E lo avevi anche l'ultima sera che ti ho visto, in un locale dove ti credevo così amico che per salutarti ti ho abbracciato, e tu eri in imbarazzo.

E poi non ti ho più visto, e tu non hai più scritto.


domenica 23 marzo 2025

Se potessi tornare indietro e rivivere un momento, dove ti troveresti, adesso?



mercoledì 26 febbraio 2025

Mi hai mostrato una foto, Messico, un'acqua profonda come un incubo. Non ricordo luce, faceva paura. Ti ho detto "Quella sera al Messico", ma tu non sapevi niente di quella storia. Una storia dove fiorellini secchi abitavano pagine ingiallite. Sì, certo, c'era anche l'Inghilterra, la prima Inghilterra che ho conosciuto, c'è sempre, c'è sempre stata, l'Inghilterra, e questo lo sapevi, era lo stesso anche per te.

Non avrei mai nuotato in quelle acque. 
Sempre il dettaglio che ci divide, piccolissimo, invincibile.

martedì 14 gennaio 2025

Bosconero. Dicevi di tornare a casa, e casa si chiamava Bosconero, per te. Non so se esistesse davvero, avevi difficoltà a parlare italiano, come se non vivessi qui, in questa Porta Romana, da tutta la vita. Comunque dicevi torno a casa, e prendevi un treno e il tuo treno arrivava a Bosconero. Ho cercato per anni, dopo, di capire. Adesso che posso saperlo, non mi interessa più. Alla fine la bellezza era il dubbio, quella cosa che sembrava magica, anche se tu più che a una favola somigliavi a un mostro. Ovviamente: uno dei miei infiniti meravigliosi terrificanti mostri.

Poi la scena cambia e siamo a Londra e tu giochi a fare il pompiere su un bus. Stiamo tornando, siamo usciti dal pub quando è suonata la campanella.

Certo, che se non ci sei stato, non puoi saperlo. Cose di un altro mondo. 
Ma ti giuro, che eri tu.

domenica 22 dicembre 2024

"...In questo prato assolato di verde gentile, esiste quiete. Sotto questa terra ricamata riposano ossa in abiti ormai laceri, ossa che attendono il voltarsi delle stagioni, devote fino a diventare polvere. Un giorno ritorneranno vita, piccole gemme baciate dalla tenerezza della terra e del sole. Avranno acqua, luce, sangue. Ambisco alla stessa rinascita. Attendo, insieme a loro, io, fatta di ossa, sì, ma anche di carne, e pelle pallida disegnata da vene infinite di mare e cielo, e disturbante con un cuore che scandisce rumore vuoto come il più abissale nulla. Non abbastanza morta e non, viva."


Un racconto per METATRON 

https://metatron7772.wordpress.com/2024/12/19/laura-ramieri-sangue-e-caramelle/

giovedì 28 novembre 2024

Se quel giorno di fine estate ti avessi risposto sì 

tu, adesso, saresti vivo?

Preferisco immaginarti forte, coraggioso. 
Preferisco ricordarti in Inghilterra.

martedì 8 ottobre 2024

Nel giro di un mese tutto quell'amore si era trasformato in rabbia, e la città, bellissima, sembrava ridere della pena di doverti sopportare decantare meriti che dovevi a me. 
Mentivi, negavi, fingevi, e sì, i tuoi occhi avevano quel maledetto meraviglioso colore di un mare profondo pieno di così tanti tesori 

da volersi assolutamente tuffare.

domenica 15 settembre 2024

L'estate è finita.
Vivere in un incubo ti dona forza, e ti prosciuga il cuore. È un affare che può anche valere, ma alla fine tutto diventa
così 
senza
niente.

Vorrei raccontarti cosa è successo, ma tu
non sogni.


martedì 16 luglio 2024

Se tu potessi
fare un giro,
la notte.

-Un giro, un giro su te stesso!
urla Sara.
-Un giro, un giro su me stessa come una piroetta?
penso io.
-Un giro per la città.
dici tu. 

lunedì 1 luglio 2024

C'è stato un momento, un istante brevissimo, collocato in un certo periodo della storia, in cui tu eri in quella stanza. La carta da parati, la moquette, e una sola luce, incerta, dal soffitto.
Davanti, e sulla destra, due porte, entrambe chiuse, entrambe sconosciute: non so dove conducono.
Ci sono fotografie di te da bambino, su un mobiletto scuro a lato del divano, e accanto al divano, una poltrona, dove tu sei seduto, le braccia appoggiate, gli stivali lucidi. Un cappello ti copre una parte di viso, riconosco la tua espressione, mi afferra il cuore. Ma questo luogo mi è sconosciuto, mi appare come una scena di un'altra epoca, così lontana da diventare in bianco e nero. 
Dove sei?



mercoledì 22 maggio 2024

sabato 13 aprile 2024

Hai fatto giusto tu ad andartene. 
Eri un randagio senza legami e senza niente in cui credere, avrei dovuto saperlo, immaginarlo, almeno. Un giorno mi aspettavi appoggiato al corrimano della scala appena fuori dalla tua porta -come era tutta blu, quella casa. E la scala, una chiocciola enorme da cui spuntavano porte frammentate come qualcosa di finto, una scenografia, peggio, come la bocca di un mostro pronto a divorarmi- e il giorno dopo eri in Canada, senza un ciao, un addio. 
Per cosa, dovevi restare? Per lottare, ferirti, e inesorabilmente perdere, incattivito e deluso?