sabato 22 gennaio 2022

Era una chiesa bellissima, ma strana. La sua facciata era asimmetrica, incompleta, confusa. Un disturbante sorriso inquieto. Sui gradini quel giorno il sole si fece ombra un istante, parole simili a una maledizione sibilavano cattive accanto all'ingresso. 

Sono tornata, e ancora. C'era sempre un attimo di buio, ma era così bella. Era impossibile, non tornare. Davanti, la splendida fontana cantava ammaliante. O forse urlava il suo dolore, cattivo presagio, avvertimento. 

venerdì 31 dicembre 2021

A Capodanno usciamo, appena dopo mezzanotte appuntamento in fondo alla via, nelle strade il buio è stravolto da fumose nebbie rosa, assordanti, spaventose. Tu sorridi, occhi chiari, attraversiamo la città nel nulla. Sei appena tornato da Londra, e guidi da voltastomaco. Capitiamo in un salottino intimo e dolce, gin ghiacciati, jeans strappati. E tutte le tue storie divertenti.

A Capodanno sono a casa tua, un minuscolo appartamento che pare fatto solo di una finestra, piccola e sproporzionata, di quelle che se guardi giù ti sembra di cadere. Telefono a P., lei vive a Firenze ed è sempre bellissima. Nevica e nella neve andiamo al lago, tutta la città di traffico, umido, buio. Non c'è niente di divertente.

A Capodanno non ti conosco. La strada è desolata, e non mi importa. I rumori mi spezzano il respiro, ma tu, che non mi conosci, non puoi sentirlo. Sicuramente ha qualcosa di divertente, di orrendo, e divertente. 

Vi auguro molti battiti di cuore, molti sbattere di ciglia, e qualche parola dolce da gustare come squisite caramelle. 

lunedì 6 dicembre 2021

 

La prima canzone tua che ho sentito mi ha fatto l'effetto di una terribile caduta sull'asfalto. Era estate, e stavo andando al fiume a prendere il sole. M. guidava spigliata e bellissima, la strada saliva ripida di curve e tu, ecco, tu eri nell'auto a urlare strofe incomprensibili e io cercavo di capire cosa dicevi, la tua voce, la tua voce mi graffiava. Che fitta, sentirti così. Eri finalmente libero, tu. Non dovevi più fingere. Non esisteva più timidezza. Una liberazione: avevi ufficialmente una scusa per essere quello che eri davvero. Cattivo. E io un po', mi sono sentita sollevata, felice di non avere ceduto al tuo fingere. Ti credevo, un tempo, vedevo la lotta che avveniva dentro di te, e i pochissimi momenti buoni che ti scappavano fuori senza controllo da tutto il tuo odio. Sapevo già, che non avevi cura, rimedio. Non c'era niente da fare. E adesso che dici di essere davvero l'orrore che appari, mi sembri in pace. Sincero, vero. Che storia triste. 

domenica 31 ottobre 2021

 

E il sogno divenne cupo
fuggivo, dentro un cuore
pulsava nel buio,

ma nulla fu spaventoso
come svegliarmi, e accorgermi
che era tutto, finto. Finito.

domenica 24 ottobre 2021

 

Un giorno mi sei venuto in mente, e così ho scritto una storia che aveva te come protagonista. Solo che per qualcosa che non mi spiego, la storia è uscita triste, e cattiva. E tu sei diventato dolce, buono, come invece non ti ricordo affatto. Chissà. Forse dovevo in qualche modo farti del male, come a rimetterti nel tuo giusto ordine, in quello che è stato. Ma la storia è uscita anche piena di bellezza, come eri davvero tu, e allora ho pensato che tutto andava al suo posto da solo, anche se dopo tanto tempo, e con fatica. E alla fine, all'ultima riga, ho pianto. 

È una storia che ti sarebbe piaciuto ascoltare, e comincia con te, Alex, che vivi in una città meravigliosa e crudele.

lunedì 20 settembre 2021

C'è questa foto che mi è capitata così, una mattina fresca di un mese di commiato.
E in questa foto ci sei tu una vita fa, e per un attimo mi sono ricordata di tutto quello successo nello stesso anno della foto, una vita fa. Ti ricordi la notte in San Marco?
Io mi ricordo ogni momento. Le case in cui abitavo, una accanto alla Porta Bella della città, una nella strada dietro al Fiume, e una che spuntava dal Viale Alberi. Mi ricordo i portoni di ingresso, le corti, le scale, le stanze. I colori, le voci, e le atmosfere di ognuna. Erano tutte case diverse, tutte con storie diverse, tutte con qualcosa di me. E mi ricordo il tuo modo di camminare, il tuo accento, il tuo odore. Tutto. 
L'unica cosa che non ricordo è cosa vedevo fuori, da quelle case. Cosa guardavano le finestre di quelle case. Non ricordo la vista di nessuna, avevano mai avuto una finestra? Come se tu, personaggio costruito in una scena, fossi eternamente legato a un interno, chiuso in una stagione piovosa che cercava di nascondere quel buio che ti abitava. Bello. 

giovedì 19 agosto 2021

 

Onorate i morti, piangeteli. Custoditeli. Prima però, onorate i vivi. 
Sono i vivi, a meritare la vostra preghiera. 
Sono i vivi, a chiedere aiuto. Sono i vivi, ad avere bisogno di parole. 
I morti non ci sono più, ma nella loro assenza vi appaiono tutti eroi. Ingiusto. I vivi, non valgono la pena?
Che orrore. 
Sono sicura di essere già morta da tanto, per qualcuno. Fingere non spaventa. 

Lasciami una lacrima per sigillare il ricordo.